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Vibo celebra il 25 aprile, l'appello: "Insegnate ai giovani la Resistenza"

La Liberazione è cosa viva e fonte di insegnamento per tutti, anche nel ricordo delle migliaia di giovani caduti in nome della libertà, per la dignità ed il riscatto

Anche a Pizzo si è svolta una breve cerimonia commemorativa in occasione del 25 Aprile. Tutto si è svolto nel pieno rispetto delle norme anti-Covid. Intenso il momento della deposizione della corona ai piedi del monumento in memoria dei Caduti presso piazza della Repubblica. Reso ancor più suggestivo dalle note del “Silenzio” suonate dal trombettista Clemente Galeano.

Presenti i rappresentanti delle istituzioni locali: il commissario Antonio Reppucci, i Carabinieri della locale stazione, il comandante della Polizia locale, Giulio Dastoli, il sacerdote don Antonio Russo ed il responsabile regionale della Protezione civile Franco Di Leo accompagnato dai suoi volontari.

In occasione della ricorrenza, i commissari Antonio Reppucci, Giuseppe Di Martino e Antonio Corvo, hanno voluto ricordare l’importanza di questa data con uno scritto che sia da monito alle nuove generazioni, affidando ad esse la memoria storica a suffragio di un futuro che tragga beneficio dagli errori per elevarsi a carattere umano e sociale.

"La lotta partigiana in Italia - scrivono - vide l’impegno unitario di tutto il fronte delle opposizioni che il Fascismo con la violenza e le persecuzioni cercò di stroncare con ogni mezzo. Cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici trovarono intesa ideale ed organizzativa sotto il comune obiettivo della democrazia e della libertà. Ed in quella scelta si trovano le radici dell’Italia repubblicana. Ricordare è un dovere di civiltà, dovere di non dimenticare che uomini hanno ucciso altri uomini scrivendo pagine atroci nella storia dell’umanità, sulla base di deliranti programmi politici che predicavano superiorità di una specie, qualcosa che ancora oggi lascia sgomenti ed increduli. Ricordare è condizione per un futuro migliore, di pace e fraternità, è stare attenti perché queste cose possono succedere un’altra volta; occorre trasmettere la conoscenza alle future generazioni perché da costruttori operosi, con generosità e responsabilità e con una coscienza solida e salda ei valori e negli ideali si impegnino perché la corrente dell’Umanesimo, della Tolleranza, della Pace, della Libertà, della Democrazia e della Partecipazione, e della solidarietà, costantemente alimentati, prevalga sempre su quella dell’odio, della sopraffazione, del dispotismo, del totalitarismo. Per non dimenticare bisogna mantenere viva la memoria perché la festa della Liberazione sia sempre la festa di tutti, al di là di steccati e sensibilità, festa di pacificazione e di riconciliazione, per rendere onore ai Caduti e per riflettere su vicende tragiche e raccapriccianti con l’uomo disceso agli inferi, macchiandosi di atti di grande crudeltà e brutalità. La Resistenza è sempre attuale perché è la lotta della civiltà contro la barbarie, il trionfo dell’umanità contro la disumanità dei genocidi, dei lager, delle foibe, contro la disumanità di chi uccideva donne a bambini, di chi umiliava vecchi ed infermi, contro la disumanità di Auschwitz, Marzabotto, Fosse Ardeatine e mille altri luoghi ove si è consumato l’annientamento dell’uomo. Il significato del 25 Aprile è tuttora messo in discussione ogni giorno da nuove guerre, da nuove barbarie, ed ogni filo spinato, ogni bambino morto di fame, ogni strage di innocenti chiede a noi di essere combattenti di quella resistenza contro la disumanità iniziata nel 1943 e che non sembra sia mai finita, anzi la perdurante pandemia sembra produrre pericolosi rigurgiti. La democrazia è una conquista quotidiana, è cosa buona e irrinunciabile, è l’aria che respiriamo e le libertà democratiche costituiscono l’antidoto contro dittature ed oscurantisi che sembrano riemergere in alcune realtà territoriali del pianeta. Per i ragazzi la Resistenza può suonare come qualcosa di stucchevole, di retorico, di enfatico, un rito ripetitivo: invece è cosa viva e fonte di insegnamento per tutti, nel ricordo delle migliaia di giovani caduti in nome della libertà, per la dignità ed il riscatto della Patria, iniziato con il Risorgimento, con tre guerre d’Indipendenza e due mondiali. Il lascito del 25 Aprile è grande ed incancellabile, con valori ed idealità perfettamente trasfusi nella nostra Costituzione; solo avendo memoria del passato possiamo guardare al futuro con prospettive incoraggianti ed ottimistiche".

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