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Dinami, il consiglio comunale ratifica la disponibilità a ospitare la discarica. Tensione in aula

Tutto secondo copione a Dinami, dove oggi pomeriggio il consiglio comunale (assenti in due Bruni e Cirillo) ha approvato all’unanimità tutti gli undici punti all’ordine del giorno, compreso la tanto contestata «Conferma della disponibilità a ospitare la piattaforma integrata di gestione dei rifiuti urbani proposta dalla regione», la cui discussione è stata inserita in via d’urgenza successivamente. Tutto secondo copione tranne un fuori programma: l’abbandono dell’aula da parte dei tanti cittadini presenti, molti i componenti del comitato civico, quando il sindaco, Gregorio Ciccone, ha impedito loro di intervenire, in quanto «è un consiglio comunale – ha giustificato – e nessuno del pubblico è autorizzato a prendere la parola».

Vissuti attimi di tensione con la richiesta del primo cittadino di intervento per ristabilire l’ordine ai carabinieri della locale caserma (la cui presenza è stata richiesta proprio in vista della trattazione del delicatissimo tema). Addirittura ai carabinieri è stato chiesto di impedire le riprese dell’abbandono dell’aula, con la minaccia da parte di alcuni consiglieri e dello stesso Ciccone di denuncia a chi avesse osato diffondere il video sui social.

In molti hanno urlato al sindaco di essere poco democratico: «è una presa per i fondelli – è stato gridato, traducendo in parole più decorose le loro lamentele – che cosa ci hai invitato a fare? È una vigliaccata – continuando – di una persona che non vuole sentire il giudizio dei cittadini». Questi e altri gli improperi dei presenti, che hanno chiaramente dimostrato di non gradire l’atteggiamento. Alcuni cittadini, comunque, hanno voluto consegnare alla stampa i discorsi che avrebbero voluto pronunciare. La delegazione del comitato, a esempio, così, sintetizzando, si sarebbe rivolta agli amministratori: «sinceramente non capiamo, nonostante la forte contrarietà dei residenti, la volontà dell’amministrazione di realizzare siti per convogliare rifiuti urbani sotto qualsiasi forma dell’intero territorio provinciale. Qualcosa non quadra.

Non si può ignorare la volontà popolare in modo così arrogante. La tutela della salute – avrebbero proseguito – è un diritto dei cittadini ma anche un dovere degli amministratori. Suscita poi perplessità il fatto che si voglia procedere in tutta fretta, senza voler seguire un percorso di regolarità democratica, con garanzia di trasparenza per la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente. Dubbi, che in verità, sono emersi sin dall’inizio, e nulla ha fatto il sindaco per smentirli, anzi, col suo atteggiamento ha fatto crescere preoccupazioni e paure. Crediamo – la conclusione allarmante – che se oggi viene ratificata la disponibilità a ospitare l’impianto la cosa diventerà inquietante e dalle conseguenze imprevedibili».

Non le avrebbero mandate a dire come non avrebbe fatto Rocco Tucci, padre dell’onorevole Riccardo, attivista del M5S e componente del Meetup “Marepotamo”, che avrebbe rammentato come già nel 2002/03 l’anche allora sindaco Ciccone aveva tentato l’installazione di un termovalorizzatore a Dinami, ottenendo il no del 99 percento della popolazione. «La cosa sembrava fosse finita là ma dopo due turni legislativi – avrebbe ricordato Tucci – Ciccone viene di nuovo eletto con una nuova compagine, tra l’altro con estrema facilità avendo gareggiato da solo, e guarda caso si scopre che il suo sogno di una discarica è ancora per lui attuale, stavolta un verificatore, a cui i cittadini a maggio scorso hanno nuovamente detto no. A distanza di soli 5 mesi il sindaco torna al suo sogno: l’installazione di un eco distretto. A questo punto tante domande, dubbi, riflessioni – la deduzione – sono legittime e pretendono chiarimenti, rendendo pubblico il progetto con tutto ciò che ne consegue, anche perché è risaputa l’alta incidenza delle malattie tumorali nel territorio. Un sindaco che fa il medico e ha a cuore la salute dei cittadini non cerca con insistenza di fare del suo comune una pattumiera, riproponendola per la terza volta. Ci chiediamo: perché? Cosa c’è sotto?» Domande e dubbi che non ci vorrebbe tanto a fugare e chiarire ma che fanno capire come da parte popolare si sia pronti alle barricate. Come era prevedibile la questione terrà banco ancora per molto. E chissà con quali risvolti.

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