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Agguato nel marzo del 2004 a Pizzo: la Dda chiede sette rinvii a giudizio FOTO

Coinvolti nella vicenda i fratelli Bonavota di Sant’Onofrio e altri quattro indagati

Un cold case tirato fuori dal cassetto dopo ben 17 anni sulla scorta delle dichiarazioni rese soprattutto dal collaboratore di giustizia Andrea Mantella. E una volta chiuso il cerchio sull’omicidio di Domenico Belsito, 34 anni di Sant’Onofrio – ferito in un agguato a Pizzo il 18 marzo del 2004 e deceduto a distanza di giorni a causa delle ferite riportate – la Dda di Catanzaro va avanti velocemente. Nell’arco di un anno (quello appena trascorso) si è, infatti, passati dall’emissione delle ordinanze di custodia cautelare, alla richiesta di rinvio a giudizio per sette indagati (accusati di omicidio, reato con una serie di aggravanti) e alla fissazione dell’udienza preliminare. Richiesta in cui viene inserito, con le relative contestazioni a tre indagati, anche il tentato omicidio di Antonio Franzè, cognato di Andrea Mantella.
In particolare il pm distrettuale Andrea Mancuso chiede il giudizio per i fratelli Pasquale, Domenico e Nicola Bonavota – di 48, 43 e 46 anni (il primo latitante, gli altri due in carcere) – di Sant’Onofrio, nonché per Francesco Salvatore Fortuna, di 42 (anch’egli di Sant’Onofrio e in carcere), ritenendoli «ideatori e promotori del delitto» i quali si sarebbero all’epoca rivolti ad Andrea Mantella, 50 anni di Vibo, «affinché li coadiuvasse nell’omicidio tramite il ricorso a uomini di sua fiducia» per l’esecuzione dell’agguato. Imboscata in cui Domenico Bonavota e Fortuna – secondo la Dda – avrebbero anche avuto il ruolo di «materiali co-esecutori». Bonavota collaborando con Andrea Mantella, Francesco Scrugli (ucciso nel 2012) e Salvatore Mantella (cugino di Andrea) 48 anni di Vibo per pedinare e rintracciare la vittima; Fortuna «garantendo a Scrugli l’occultamento della pistola usata».
Oltre ai fratelli Bonavota, ai cugini Mantella e a Fortuna, la Dda chiede il processo anche per Onofrio Barbieri, 42 anni di Sant’Onofrio, che avrebbe «partecipato alle riunioni per l’organizzazione, pianificazione e programmazione dell’omicidio, nonché «provvedendo a preparare auto (provento di furto) e armi per il delitto».

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