La tecnologia migliora la vita, si sa, ma quando non funziona… È il caso di Giovanni (il nome è di fantasia per tutelare i dati sanitari sensibili) che da giorni prova, invano, ad ottenere il risultato del tampone effettuato alla tensostruttura allestita dall’esercito nel piazzale della funicolare di Sala.
Il signor Giovanni (e, come lui, in molti si trovano nella sua stessa situazione) è stato convocato dall’Asp di Catanzaro nella struttura allestita dall’esercito in quanto dal 19 gennaio è risultato positivo e quindi deve effettuare il tampone per verificare le sue condizioni di salute e, se negativo, uscire dalla quarantena. E, sin qui, nulla di strano. Organizzazione perfetta, personale cordiale. Insomma, di meglio non si sarebbe potuto trovare. E il referto? «Guardi, basta collegarsi al sito Internet - gli dicono alla tensostruttura - inserire le proprie credenziali e otterrà il risultato». Fantastico, avrà pensato il signor Giovanni e, per evitare di dimenticarsi l’indirizzo web dove accedere per effettuare la procedura, scatta anche una foto al cartello esposto su un contenitore dei rifiuti (tant’è, non si può volere tutto dalla vita!).
E da qui iniziano i problemi. Il 31 gennaio il signor Giovanni avrebbe dovuto finire la quarantena e prova a vedere se riesce a scaricare dal sito il risultato del suo tampone. Dopo aver digitato l’indirizzo https://referticovid.myaocz.it/ inserisce i suoi dati: codice fiscale, ultime otto cifre della tessera sanitaria e data tampone. Ma, dopo aver premuto il pulsante “log in” compare un laconico avviso: “Servizio attivo solo per ASP CS e ASP VV”. Il signor Giovanni non si scoraggia e prova a contattare l’Asp di Catanzaro. Ma ai numeri di telefono che gli hanno dato non riceve alcuna risposta. Insomma, un muro di gomma dal quale non è possibile uscire. Ed è il caso di dirlo visto che si trova in isolamento domiciliare. Cosa fare a questo punto? E, soprattutto, come fare a sapere se si è ancora positivi o ci si è negativizzati? Purtroppo, il signor Giovanni (e tanti come lui) è stato costretto a recarsi nella farmacia più vicina (con i rischi del caso), pagare 15 euro per effettuare un nuovo tampone e portare il referto (questa volta ottenuto) al medico di famiglia per la registrazione sui terminali dell’Asp. Oltre al danno la beffa.
Ma come mai un sito Internet che dovrebbe comunicare i risultati delle analisi non funziona, considerato che in città i principali laboratori di analisi cliniche (che effettuano anche i tamponi) si sono attrezzati ormai da tempo per inviare telematicamente questo tipo di comunicazioni? «Siamo in attesa di essere autorizzati per questo servizio» è la risposta ufficiale dell’azienda che gestisce il sito Internet (e che per i pazienti delle Asp di Cosenza e Vibo funziona perfettamente). Problemi di privacy nel trattamento dei dati personali? Burocrazia farraginosa e tempi dilatati? Altre domande alle quali non bisogna necessariamente rispondere. Bisogna rispondere, però, alle esigenze sanitarie dei pazienti che, come è giusto che sia, devono ottenere il referto di un esame sanitario. Soprattutto se si tratta di un documento che può limitare o meno la vita dei cittadini.
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