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Catanzaro, l'indipendenza del giudice tema chiave dell'inaugurazione anno giudiziario Camere penali FOTO

Tutelare la libertà del difensore per garantire l’indipendenza del giudice: è il tema al centro dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dell’Unione delle Camere penali italiane che per la prima volta si svolge a Catanzaro. In apertura gli interventi di Eriberto Rosso, segretario dell’Ucpi e del presidente della Camera penale di Catanzaro Valerio MurganoDalla riforma Cartabia, alla riflessione sull’abuso delle misure cautelari, fino ai temi della delegittimazione mediatica dell’indagato e della figura del difensore: questi gli assi principali delle riflessioni dei penalisti rispetto all’idea del giusto processo e di un equo bilanciamento delle parti in causa, nel rispetto delle garanzie costituzionali. Alla cerimonia hanno presenziato il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, e il presidente del Tribunale del capoluogo, Rodolfo Palermo. Tra gli altri intervenuti anche il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri: «Vedo con piacere  - ha detto - tra il pubblico l'avvocato Cantafora (Nicola ndr) che ho conosciuto non appena sono arrivato a Catanzaro. Una persona a me cara. Io invito la quasi totalità dei presenti che sono tutti giovani ad adottarlo come modello per la vostra carriera. Sono qui per ascoltare le proposte di riforma vista dalla parte degli avvocati».

Il caso Pittelli

«Sul caso Pittelli mi sono espresso ripetutamente. Non mettiamo bocca sul tema della responsabilità, ma guardiamo con preoccupazione a una vicenda che riguarda un avvocato nell’esercizio delle sue funzioni, quindi aspettiamo di conoscere i fatti, ma denunciamo un accanimento nella fase cautelare francamente incomprensibile, ai limiti dall’essere sospetto». Lo ha detto il presidente dell’Unione delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, rispondendo ai giornalisti sul caso del noto penalista catanzarese ed ex parlamentare, arrestato nell’ambito della maxi operazione «Rinascita-Scott» della Dda di Catanzaro. Arrestato il 19 dicembre 2019, Pittelli aveva ottenuto i domiciliari con l’applicazione del braccialetto. Il beneficio gli era stato però revocato e il 7 dicembre scorso Pittelli era tornato in carcere. L’altro ieri all’ex parlamentare sono stati di nuovo concessi i domiciliari.

L'intervento del presidente Caiazza

«Ancora non abbiamo avuto il tempo di leggere il testo finale. Sapete come la pensiamo: noi consideriamo una riforma molto debole, lontana dalle esigenze di riforma, una riforma che evita tutte le questioni vere da riformare della magistratura italiana e dell’ordinamento giudiziario, quindi la formazione professionale, l’avanzamento automatico delle carriere, la deresponsabilizzazione per conseguenza professionale del magistrato, l’assurdità del distacco dei magistrati presso l’esecutivo, con una confusione fisica tra il potere giudiziario e il potere esecutivo». Lo ha detto ai giornalisti Gian Domenico Caiazza, a margine dei lavori dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dell’Unione delle Camere penali, di cui è presidente, in corso a Catanzaro. «Invece - ha spiegato - qui ci trastulliamo con le porte girevoli per quei 4-5 magistrati che sono eletti parlamentari. Mi sembra una cosa francamente poco centrata. Così come il tema del sistema elettorale del Csm: a noi - ha spiegato Caiazza - pare marginale l’illusione che modificando i sistemi elettorali si cambino la testa e le culture di un paese. Mi sembra abbastanza improbabile». Riguardo alle aspettative in vista del dibattito in Parlamento, Caiazza ha spiegato: «Quando siamo stati chiamati a dare il nostro parere, come abbiamo fatto e ci è stato chiesto in fare con la riforma del processo penale, penso che abbiamo dato un buon contributo. Mi auguro - ha continuato - che lo si possa dare anche su questo tema, anche se non so quale sarà il percorso parlamentare. Noi siamo sempre disponibili. Stiamo lavorando alle nostre leggi di iniziativa popolare sulla riforma dell’ordinamento giudiziario e presto parleremo attraverso quelle». Caiazza ha inoltre lanciato un messaggio forte: «La libertà e i diritti della difesa riguardano ovviamente i cittadini che noi assistiamo, il cittadino imputato e il cittadino indagato, ma riguardano ancora di più la libertà e l’indipendenza del giudice. Il giudice senza un avvocato forte - ha aggiunto - è un giudice debole». E sull'argomento dell'inaugurazione, Caiazza è chiaro: «Naturalmente non sono scelte casuali, quando abbiamo deciso di parlare del problema della libertà del difensore come garanzia dell’indipendenza del giudice e quindi della giurisdizione, abbiamo pensato a Catanzaro e alla Calabria come uno dei luoghi dove questo tema è vissuto in modo più impegnativo e più estremo»

Le parole del segretatio Rosso

«Oggi al Csm è entrato, per quello che ci è dato sapere, un disegno certamente debole che non risponde appieno alle domande che noi poniamo, in particolare al tema dei fuori ruolo, cioè alla presenza dei magistrati. Rimane un numero importantissimo di magistrati al ministero della Giustizia, ma anche in altri ministeri e questo determina il venir meno di protagonismi e di energie alla giurisdizione, ma soprattutto altera gli equilibr istituzionali tra i poteri dello Stato». Lo ha detto, parlando a Catanzaro con i giornalisti, il segretario dell’Unione delle Camere Penali italiane, Eriberto Rosso. Nel capoluogo calabrese è in corso la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario dell’Unione. «È necessario - ha detto Rosso - che a questi fenomeni venga data davvero una risposta. La magistratura italiana in questo momento soffre, attraversa uno dei momenti più difficili della sua storia, anche in termini di credibilità e la sua rifondazione e l’organizzazione del suo ordinamento non appartiene solo alla magistratura, alla sua rappresentanza sindacale, ma necessariamnete anche all’avvocatura e al dibattito che si deve sviluppare in Parlamento».

Foto di Salvatore Monteverde 

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