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Diciotto anni senza Pantani, primo successo in Calabria nel 1989: quando stracciò tutti a Martirano

Tratto dall'archivio di Gazzetta del Sud - 16 febbraio 2015

Nelle fiabe dello sport non esistono le mele marce. Marco Pantani è stato prima esaltato per le sue indiscutibili doti di fenomeno su due ruote, poi dato in pasto alla gogna mediatica dopo il caso doping che lo ha travolto nel dannato “Giro d’Italia” del 1999.
La favola del “pirata” ha avuto un epilogo triste, anche se chi ha amato e continua ad amare il ciclista romagnolo non si è rassegnato al finale amaro di undici anni fa.

Tutto iniziò in Calabria

Le stigmate del campione emergono per la prima volta nel lontano 19 luglio del 1989, in Calabria. Il diciannovenne Pantani si affaccia alla seconda tappa della “Sei giorni del Sole”, con la sfacciataggine dei predestinati. Qualche ricciolo ribelle a nascondere, neanche troppo, una stempiatura precoce, la casacca rossoverde della Sc Rinascita, e il fisico asciutto tipico di chi in sella alla propria bicicletta non si accontenta di pedalare.
La prima di una lunga serie di vittorie il “pirata” la raccoglie nella seconda tappa della kermesse dilettantistica nazionale che da Martirano Lombardo, paesino nella provincia di Catanzaro “disegnato” da ingegneri milanesi, conduce a San Mango d’Aquino, territorio del Catanzarese che condivide il Savuto con la provincia di Cosenza.
Come spesso accadrà nella sua carriera (i successi più prestigiosi sono sempre stati preceduti da lunghe rincorse a partire dalle retrovie), Marco Pantani straccia la concorrenza senza partire con i favori del pronostico. Nelle fughe intermedie della tappa calabrese il nome dell’atleta romagnolo non compare. Alla fine, il giornalista Rai Tonino Raffa non crede ai propri occhi.
Il primo a tagliare il traguardo è proprio quel ciclista gracilino dai capelli arruffati, davanti all’argentino Castro che per decine di chilometri aveva assaporato la vittoria di tappa. Non aveva ancora fatto i conti col passo da fuoriclasse di Pantani. A fine gara un sorriso che è tutto un programma e le prime parole da vincitore. «Sono diciannovenne ed è il primo anno tra i dilettanti, ma in salita vado abbastanza bene», esordisce al microfono di Raffa. Una profezia.

I dolci pendii del pirata

Da San Mango in poi, tutti i tratti ripidi della sua carriera, il “pirata” li trasformerà in dolci pendii. Da Merano a Courchevel, dall’Alpe D’Huez a Montecampione, dal Galibier alla Marmolada. La lunga favola del campione nato e cresciuto in quel di Cesenatico, scomparso in un triste 14 febbraio di undici anni fa, è iniziata proprio in Calabria.

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