Grave raid vandalico nel centro di Catanzaro. Ignoti hanno distrutto la targa dedicata a Giuseppe Malacaria, un operaio socialista ucciso da una bomba lanciata durante una manifestazione antifascista il 4 febbraio 1971 a Catanzaro. Il gesto al momento non è stato rivendicato. L'episodio è stato raccontato sui social da un uomo che ha denunciato di essere stato pure derubato, in piena notte, del proprio cellulare proprio mentre si trovava a passare da piazzetta della Libertà.
Lo sdegno del sindaco
Il sindaco Sergio Abramo ha espresso “una condanna forte e senza appello nei confronti di chi ha distruttola targa. “Mi auguro che tramite le immagini del sistema di videosorveglianza nel centro storico – ha aggiunto Abramo – gli autori di questo atto vigliacco vengano individuati e denunciati. Questa notte è stata scossa non solo la memoria di un innocente morto durante una manifestazione antifascista, ma quella, storica, di un’intera comunità che è stata riportata, di punto in bianco, indietro di oltre 50 anni. Chi ha compiuto questo gesto merita il più profondo disprezzo. La targa per Giuseppe Malacaria verrà rifatta di nuovo e riposizionata dov’era, dov’è stato assassinato il nostro concittadino”.
L'Anpi: “Gesto ignobile”
Ferma condanna all’atto vandalico è stata espressa dal presidente dell’Anpi provinciale di Catanzaro, Mario Vallone, per il quale «l’ignobile gesto rimarrà una vergogna a lungo per l’intera città. Un luogo simbolico dell’antifascismo non solo catanzarese ma nazionale, viene preso di mira per screditarne il valore, il ricordo, la memoria. Nessuno riuscirà a cancellare la storia di quel tragico febbraio di 51 anni fa; tantomeno le coperture, le responsabilità mai chiarite, i responsabili mai trovati. Dovrà essere ricostruita subito la nuova targa per Pino Malacaria, lo pretendiamo noi – spiega Vallone – con tutti i democratici e antifascisti che non vogliono dimenticare. Ci auguriamo, almeno questa volta, indagini scrupolose per trovare i responsabili dell’indegno gesto. Saremo prestissimo in piazza per manifestare il nostro profondo sdegno». La targa in ricordo di Malacaria era stata apposta nel 2007 dall’allora amministrazione comunale nella Piazzetta della Libertà, nel pieno centro di Catanzaro.
Fiorita stigmatizza quanto accaduto
«Giuseppe Malacaria era un cittadino qualunque, un operaio, un padre di famiglia, una brava persona come ce ne sono tante. Fu ucciso da una bomba il 4 febbraio del 1971, mentre partecipava ad una manifestazione pacifica che difendeva la democrazia e i diritti della città di Catanzaro. Nessuno ha mai pagato per quel tremendo gesto». Lo scrive sui propri profili social Nicola Fiorita, candidato a sindaco di Catanzaro per il centrosinistra e già consigliere comunale di Cambiavento, intervenendo dopo la distruzione della targa. «Catanzaro – prosegue Fiorita ricordando il percorso che portò all’apposizione della targa - ci ha messo molto tempo a tributargli il giusto onore e solo grazie la lavoro del laboratorio sociale Altracatanzaro l'amministrazione comunale, guidata in quel momento da Rosario Olivo, si determinò ad un ricordo pubblico e all'apposizione di una targa commemorativa in Piazzetta della Libertà. Quella targa, già una volta imbrattata con una svastica, stanotte è stata ridotta in mille pezzi, come se in mille pezzi volesse ridursi la nostra storia collettiva, la memoria cittadina, il valore della libertà e della democrazia». «Sono certo che il Comune vorrà provvedere subito al ripristino della targa, in questo senso sono felice che il sindaco Abramo si sia prontamente espresso nel condannare il gesto e si sia impegnato a riposizionare una nuova targa. E sono certo, anche, che le Forze dell'Ordine faranno luce su quanto accaduto. Per parte nostra, come sempre, ci rimboccheremo le maniche per difendere i valori irrinunciabili del vivere insieme e i simboli che li rappresentano», ha concluso il candidato sindaco.
Mancuso condanna i vandali
“Uno spregevole atto vandalico che segue ad altri atti, altrettanto deplorevoli, che stanno interessando, da un po’ di tempo a questa parte, scuole, associazioni impegnate nel sociale e altri luoghi pubblici di Catanzaro e che richiedono, a tutti noi, una maggiore responsabilità nonché la predisposizione rigorosa di ogni mezzo volto a prevenirli e reprimerli”, afferma il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, a margine del brutto episodio. “La distruzione della targa, nel centro storico della città capoluogo della regione, che ricorda la tragica morte di Giuseppe Malacaria nel 1971, un onesto lavoratore che voleva costruire una Calabria migliore, assume una gravità particolare, perché si colpisce un simbolo della nostra storia democratica che evoca gli eventi convulsi e in parte drammatici (inclusi i ‘fatti di Reggio Calabria’ con 5 morti e centinaia di feriti e l’impiego dell’esercito per motivi di ordine pubblico) della nascita della Regione”. Oggi stigmatizziamo l’evento vandalico con lo stesso intento di impedire strappi al comune impegno di irrobustire la democrazia regionale e affermare la civiltà del dibattito e del confronto politico”.
La morte di Malacaria
Nella notte fra il 3 e il 4 febbraio 1971, nella sede della Provincia, a Catanzaro, dove erano provvisoriamente ubicati gli uffici della Regione Calabria, era stata collocata una bomba. Sfidando il divieto delle autorità di pubblica sicurezza, nel tardo pomeriggio successivo i partiti antifascisti hanno organizzato una manifestazione in piazza Grimaldi. In prossimità della vicina sede del Movimento Sociale Italiano sono state esplose delle bombe a mano: una di queste ha causato la morte di Malacaria, 35 anni, e il ferimento di altre nove persone. Pochi giorni dopo vennero arrestati 4 giovani militanti di destra, rilasciati però poco dopo. Nel 2007, tre giorni dopo l’apposizione della targa, ignoti l'hanno deturpata con una svastica.
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