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Caro gasolio, si ferma la flotta peschereccia di Vibo: «Non ce la facciamo più, costi insostenibili»

I marinari fermi sulle rispettive imbarcazioni nel Porto di Vibo Marina per circa una settimana

I pescatori vibonesi, a causa del caro gasolio, hanno deciso di incrociare le braccia per un’intera settimana, aderendo compatti al deliberato dell’assemblea tenutasi a Civitanova dove ha partecipato l’80 per cento delle marinerie italiane. Oggi, gli interessati andranno in Capitaneria di Porto a consegnare i documenti dei pescherecci senza far sbarcare i marinai (per non far restare senza stipendio i dipendenti e per non perdere le giornate di pesca). «Con i rincari del carburante – commenta il personale della filiera marittima locale – è diventato inutile lavorare». Se prima, infatti, «per una piccola imbarcazione si spendevano in media circa 80 euro ogni 9 giorni, ora fare il pieno costa il doppio». Ancora peggio per le imbarcazioni grandi che «800 euro di nafta li consumano giornalmente». L’aumento del costo del carburante, secondo i pescatori di Vibo Marina, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Noi lavoravamo, dall’inizio della pandemia – spiegano – con la nafta a circa 30 centesimi. Piano piano il costo è aumentato ed è arrivato ad 1 euro e 10 di oggi».

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