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Cutro: l'appuntamento trappola, la gelosia, poi il femminicidio. La confessione dell'ex marito

Un solo colpo, al cuore, sparato attraverso la vetrata della porta d'ingresso. Vincenza Ribecco, 60 anni, è stata uccisa così, l'8 marzo, mentre si trovava nella sua piccola casa di via dei Gesuiti, nella frazione San Leonardo di Cutro. Un omicidio per cui è stato fermato dai carabinieri della Compagnia e del Comando provinciale di Crotone Alfonso Diletto, di 69 anni, l'ex marito. Una convivenza difficile, quella tra Diletto e Vincenza Ribecco, malgrado la coppia stesse insieme da molti anni. Via via erano emerse le incompatibilità caratteriali tra i due, complicate "dalla gelosia dell’uomo e dal suo sospetto che la donna avesse una relazione con un altro uomo".

Diletto, già ieri sera, era stato convocato dai carabinieri per essere sentito in relazione all’omicidio dell’ex moglie. Una deposizione dalla quale sarebbero emerse una serie di contraddizioni e un atteggiamento del pensionato che ha insospettito i militari. L’uomo, in particolare, ha ammesso che aveva concordato un incontro con l’ex moglie per discutere di alcune questioni legate alla separazione. Via via, comunque, Diletto ha iniziato a fare delle parziali ammissioni circa le sue responsabilità, precisando subito, comunque, dopo avere confessato di avere sparato alla donna, di non avere avuto alcuna intenzione di uccidere l’ex moglie e che il colpo di pistola gli sarebbe partito involontariamente. Dalle indagini dei carabinieri, tra l’altro, é emerso che l'uomo, quando ha suonato il campanello della casa dell’ex moglie, non é entrato in casa perché la donna non gli ha aperto.

A quel punto Diletto, al culmine dell’esasperazione, anche perché Vincenza Ribecco, secondo quanto ha detto l’omicida, lo avrebbe «aggredito verbalmente», ha sparato da dietro la porta finestra dell’abitazione, provocando la morte pressoché istantanea della donna. La versione fornita da Alfonso Diletto é adesso al vaglio dei carabinieri, che dubitano, comunque, della sua veridicità e ritengono che l’uomo, in realtà, abbia agito con premeditazione, tanto da contestargli, nel momento del fermo, l’aggravante specifica. Ipotesi che sarebbe confermata dalla circostanza che il pensionato si é presentato all’incontro con l’ex moglie portando con sé una pistola, una Beretta calibro 7.65 priva di matricola.

Diletto, nell’ambito della sua parziale collaborazione, ha anche fornito ai carabinieri le indicazioni per trovare la pistola, che aveva lanciato in un dirupo mentre si allontanava dalla casa di Vincenza Ribecco. Per domani il magistrato che sta conducendo l’inchiesta sull'omicidio, il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone, Andrea Corvino, ha fissato l’autopsia sul corpo di Vincenza Ribecco. L’esame non potrà che confermare quanto é già emerso dall’ispezione esterna del cadavere, e cioè il decesso a causa del colpo di pistola che ha raggiunto la sessantenne al cuore. Una morte crudele provocata ancora una volta da un uomo che ha trasformato in violenza incontrollata e irrazionale il sentimento che nutriva nei confronti di quella che considerava, a torto, «la propria donna».

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