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Lamezia, omicidio Trovato: criminalità sfrontata e pronta a tutto?

L’agguato dell’altra sera che ha provocato un morto e due feriti nel cuore della città ha messo a rischio l’incolumità di tanta gente

Che la tranquillità fosse solo una parvenza, in città, lo si sapeva. Ora, però, anche chi faceva finta di non accorgersene difficilmente potrà distogliere lo sguardo, perché una piazza centrale e trafficata si è macchiata del sangue di un morto e di due feriti. A Lamezia si spara di nuovo per strada e in pieno giorno. Non succedeva da tempo e le modalità dell’omicidio di Luigi Trovato rimandano agli anni bui della guerra di mafia. Non è ancora chiaro se chi ha sparato lo abbia fatto per reagire a un’aggressione o se si sia trattato di un agguato pianificato nei dettagli. Forse c’è stato un inseguimento, le vittime avrebbero tentato di scappare, i killer hanno agito coperti da passamontagna e hanno lasciato sul selciato decine di bossoli. Le immagini di qualche telecamera hanno forse aggiunto degli elementi alle prime informazioni raccolte, non senza difficoltà, dalle forze dell’ordine. Al di là del movente, è evidente che un episodio tale non possa che essere maturato in un contesto di ’ndrangheta. Lo conferma il fatto che sia le vittime che i responsabili siano ricondotti dagli inquirenti alla galassia delle ’ndrine lametine, in particolare al clan Giampà.

L'ultimo omicidio di mafia in città è stato eclatante: il 9 agosto del 2016 veniva ucciso l’avvocato Francesco Pagliuso e a distanza di oltre 5 anni ci sono anche delle sentenze, benché provvisorie, che hanno in parte fatto luce su quella esecuzione mafiosa legata all’attività professionale del penalista e inquadrata nella faida tra la cosca Scalise e i Mezzatesta. Colui che è stato condannato come killer di Pagliuso, Marco Gallo, avrebbe ucciso la sera del 19 gennaio 2017 anche il fruttivendolo Francesco Berlingieri. La gelosia sarebbe invece stato il movente dell’omicidio di Angelo Pino, agente di polizia penitenziaria in congedo ammazzato il 19 ottobre del 2019. Nel novembre scorso c’è stata invece un’escalation di intimidazioni culminata con l’esplosione di una bomba carta a pochi passi dalla caserma dei carabinieri e dallo stadio. Un fatto, anche questo, avvenuto in pieno centro poco dopo l’ora di cena.

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