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Liquami in mare, sversamento infinito. A Pizzo l’inquinamento è senza freni

Paolillo (Wwf) “fotografa” la situazione identica a quella di cinque anni fa

Prende a paragone due foto del mare (una di 3 giorni fa e l’altra del 2016) Pino Paolillo (Wwf ) perché oggi come 5 anni fa «nel mare di Pizzo sono stati sversati impunemente scarichi urbani nella totale indifferenza generale». Un triste fenomeno che si protrae da decenni nonostante «gli interventi repressivi e l’impegno del procuratore Camillo Falvo. Ma è ovvio che la legge interviene (ed è già tanto che lo faccia, in una terra in cui i reati ambientali sono all’ordine del giorno) – aggiunge – “solo” dopo che la violazione è stata compiuta, per sequestrare un depuratore che non funziona, un deposito di fanghi non smaltiti o una stazione di sollevamento che scarica in mare (come alla “Seggiola”). Ma quei liquami (e magari i fanghi) sversati in mare, il danno all’ambiente lo hanno fatto e continuano a farlo».
Insomma un copione già visto che continua a seguire la rotta dell’inquinamento. Una sorta di circolo vizioso per Paolillo «perché l’inquinamento da liquami urbani o da fertilizzanti agricoli e ciò che non viene depurato, non solo dai paesi costieri, ma anche in quelli dell’interno – osserva – andrà a finire in mare attraverso i fiumi, alimentando quel circolo vizioso che porterà alle “fioriture” del plancton vegetale e alle colorazioni anomale in estate».

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