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Catanzaro, degrado a Santa Maria: le preoccupazioni dei genitori

Un gruppo di padri e madri hanno sottolineato le condizioni pessime in cui versa il quartiere che, negli anni, è peggiorato non dando alcuna possibilità ai figli. E anche la loro proposta di riqualificazione è stata bloccata dalla burocrazia

Si firmano come “Un gruppo di padri e madri del quartiere di Santa Maria” a Catanzaro e, con una lettera aperta, molto nostalgica, esprimono tutte le loro preoccupazione per una condizione cittadina che, con il passare del tempo, peggiora sempre di più: “Ogni giorno assistiamo al degrado che avanza nella nostra città. Siamo passati da una città con tantissimi problemi ma viva e con entusiasmo a una città senza anima e senza vita. Viviamo nel quartiere di Santa Maria, specchio del degrado cittadino. Siamo cresciuti in un quartiere con tantissimi problemi, spesso abbandonato, ma la buona volontà degli abitanti ha dato linfa vitale e ha permesso a noi ragazzi di vivere un’infanzia serena, tranquilla e gioiosa, coltivando quei sani valori. Tutto ciò è stato possibile grazie alla voglia di fare di tutti spesso in contrapposizione alla politica del tempo. Non ricordiamo estati in cui mancava un’attività, un torneo. I tre campi di calcetto che erano presenti nel quartiere (oggi uno è abbandonato, uno è stato trasformato in un parco inutilizzato e uno è stato distrutto) ospitavano tornei per tutto il mese di giugno, luglio, agosto e settembre coinvolgendo non solo gli abitanti di S.Maria, ma anche dei quartieri limitrofi. E se non c’era il campo, si creava! La piazzetta Procopio diventava sede di tornei di calcio, tennis e calcio a tre, così che oltre alla partecipazione degli sportivi, gli spalti della piazzetta si riempivano ogni sera per assistere e gioire delle partite in programma. La stessa piazzetta, per un paio di anni, è diventata punto di riferimento di una gigantesca caccia al tesoro, con centinaia di partecipanti e tantissime prove da superare, sparse per ogni via del quartiere, per avere come semplice premio buoni spendibili nei negozi di S.Maria. Altro punto fondamentale per il quartiere era la scuola calcio. Ogni ragazzo, dal più bravo al meno bravo, è stato iscritto alla scuola calcio S.Maria, che ha portato alla creazione di un campo da calcio in terra, con tribuna e spogliatoi e due campi di allenamento di cui uno in erbetta. Oggi i pali dell’illuminazione stanno cadendo, l’erba ha raggiunto le traverse delle porte, la scuola calcio è fallita negando ogni possibilità ai bambini che vogliono praticare questo sport. Ad oggi un bambino residente nel quartiere, se vuole giocare a pallone, deve spostarsi, altrimenti l’alternativa è giocare ognuno nelle proprie case alla play station. Le attività coinvolgevano anche gli anziani, un campo di bocce dava loro la possibilità di passare il tempo giocando in allegria e spensieratezza. Oggi anche quel campo di bocce è andato distrutto. E come non citare il festival dei vagabondi, che ogni estate rallegrava le nostre serate e coinvolgeva qualsiasi persona dando spazio alla parte artistica di chi si esibiva in totale spontaneità e divertimento”.

Un presente molto diverso

“Ma il tempo passa, si cresce e tutto cambia. Cambiano le generazioni, cambiano le esigenze ma questo cambiamento non è una scusa per un abbandono radicale e un disinteressamento totale. Un piccolo esempio di questo degrado è il parco giochi. Il parco fa angolo tra via S.Maria e via Molise, a pochi metri dalla scuola “Centro” dell’Istituto Comprensivo “Mattia Preti” e di fronte la piazzetta Procopio. In passato punto di ritrovo di noi adolescenti – ricorda il gruppo di genitori - oggi punto di ritrovo della delinquenza. Da adolescenti, passavamo in quel parco le serate in totale sicurezza, giocando e socializzando. Oggi da genitori passiamo per il parco e, sin dall’entrata, vediamo un’altalena su cui i nostri figli non possono dondolare perché rotta, uno scivolo dal quale è meglio stare lontani altrimenti si rischia di farsi male, nessun gioco superstite, un campo di bocce completamente distrutto e inutilizzabile, poche panchine rimaste e tantissima sporcizia. All’interno del parco c’è una struttura comunale, un tempo sede della circoscrizione, ora metà ospita la Guardia Medica, fondamentale per il quartiere, l’altra metà è in completo disuso, in quanto sede dell’anagrafe, ormai sospesa vista la mancanza di personale (come se non ci fosse richiesta di lavoro!)”.

La proposta

“Come abitanti del quartiere e come genitori abbiamo provato a interessarci al recupero del parco giochi, proponendo al comune di Catanzaro un progetto in cui, in maniera del tutto gratuita, ci impegnavamo a proporre dei laboratori e delle attività, che si sarebbero svolti nella metà della struttura in disuso, coinvolgendo sia gli adulti sia gli adolescenti sia i bambini, al fine di recuperare dei fondi da reinvestire in nuovi laboratori e per il recupero del parco. I laboratori erano mirati al recupero delle tradizioni, che stanno andando perse, al coinvolgimento attivo della cittadinanza rivitalizzando la vita quotidiana e dando un’alternativa al nulla che offre il quartiere. Oltre alle attività il progetto mirava a un coinvolgimento attivo da parte di tutte le associazioni per essere il cuore e centro nevralgico del quartiere. Questo progetto ha trovato immense difficoltà e, dopo essere stati rimandati diverse volte, il tutto si è concluso con un “l’anagrafe non è chiusa ma sospesa, di conseguenza potrebbe riaprire (anche se è da 5 anni che è sospesa e non si prevede nessuna possibilità di riapertura!). Il comune non ha i fondi per spostare l’archivio in un'altra sede, che dovrebbe prendere in affitto, e rendere disponibile la struttura (a noi è sembrato strano che il comune non abbia sedi in disuso, quando basta fare un giro in città e se ne trovano diverse abbandonate), il comune deve approvare il bilancio, ma non ha i fondi necessari per ripristinare il parco giochi, in caso di un’uscita di un bando ci facciamo sentire noi”. Ne consegue che un altro progetto finisce nel dimenticatoio, accolto e appoggiato solamente dell’Ass.Concolino che si è dovuta fermare davanti alla burocrazia e alla superficialità di un comune che – hanno concluso i genitori nella lettera - nella sua impossibilità economica ha preferito lasciare un locale polveroso piuttosto che dare al quartiere una possibilità di rilancio, lasciando uno spazio in mano al degrado e alla delinquenza. L’ennesimo spazio della città di Catanzaro in questa drammatica situazione”.

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