Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Francesco torna a Limbadi, gioia e commozione dopo il trapianto del rene al Bambin Gesù di Roma

Francesco è stato sottoposto a trapianto del rene il 15 febbraio al Bambin Gesù. Dopo 40 giorni ad accoglierlo la comunità di San Nicola de Legistis (comune di Limbadi) che festeggia con intensa gioia e commozione il suo ritorno a casa. Per Francesco è iniziato un viaggio verso la rinascita, la sua vera Pasqua, dopo 17 anni di via crucis, grazie al dono dell’organo di un altro ragazzo, la cui tragica storia è ignota.    

Il pathos e il dono nella storia della vita di Francesco. La sorte ha voluto che pochi giorni dopo aver compiuto 17 anni (9 febbraio), la sua vita avesse una svolta: il trapianto del rene. E davanti ai suoi occhi è apparsa, come un miracolo, una nuova luce. Teatro di queste alterne vicissitudini l’ospedale Bambin Gesù a Roma, dove era in cura fin dalla nascita. Il passaggio verso la rinascita (la sua vera Pasqua), si è svolto nell’arco temporale di 40 giorni, da San Valentino, 14 febbraio, all’inizio della primavera, mercoledì  23 marzo, quando Francesco fa ritorno nel paese dove risiede, la piccola frazione di San Nicola de Legistis (comune di Limbadi). Ma non si aspettava la sorpresa. Appena arrivato ha scoperto che ad attenderlo sulla via di casa - erano circa le 22 - c’era la comunità, insieme al parroco, don Francesco Pontoriero, ai suoi tanti amici e ai compagni di classe.

“È stata un’emozione incredibile e indescrivibile.  Non ci sono parole per esprimere tutto quello che ho provato. Non mi aspettavo tutto quello che hanno fatto per me e il bene che mi hanno manifestato: non finirò mai di ringraziarli”.

In un’atmosfera densa di attesa, il momento dell’arrivo ha fatto partorire intensa gioia e tanta commozione. La coreografia allestita raccontava lo spirito che si respirava, in una sera che resterà memorabile: festoni, palloncini colorati, fuochi d’artificio, canti e slogan simpatici che gli amici gli hanno regalato. E poi, il momento più commovente, di “liturgia laica”, con le parole di una lettera declamate da don Francesco. Francesco stava in ascolto sorpreso e vibrante di indefinite sensazioni, come le corde di violino (“violino nostro” è stato lo slogan dell’immagine stampata sul grande poster). E’ stato rievocato il viatico patito insieme alla sua famiglia, in particolare mamma Rosina e papà Vincenzo, insieme a Nicole, la sorella. Una via crucis fin dai primi giorni della sua vita, scandita dai continui viaggi (3-4 volte l’anno) che nell’ultimo periodo si è trasformata in calvario, a partire dall’inizio del nuovo anno, quando le sue condizioni si sono aggravate e si è dovuto sottoporre ad emodialisi. Con la toccante e poetica esortazione finale: “Il tuo più grande sostegno in questa avventura è stata certamente la tua famiglia che ti ha riempito sempre di attenzioni, cure e in particolare di tanto tanto amore. Mai come ora la tua mamma si guarderà indietro ripensando alle difficoltà affrontate e alla paura di non vedere la luce. In te vedrà l’orgoglio di non essersi mai arresa, e come avrebbe mai potuto farlo?! Sei il suo bambino! Da oggi in poi fa sì che il tuo cammino sia come una tela bianca, senza ombre, ed a ogni passo aggiungi un colore in più per far sì che alla fine si riveli una meravigliosa opera d’arte.”

Al termine della lettura un lungo applauso ha sciolto la tensione e coronato l’abbraccio della comunità. Infine lo scarto dei regali con le mani tremanti di Francesco e il taglio della torta, preparata dalla zia Concetta.

Il ritorno a casa e la festa di “Bentornato Francesco” che ha coinvolto tutta la comunità, sotto la regia del “comitato festa” formato da donne, chiude la prima parte della sua storia, e ne apre un’altra, diversa. Il viaggio verso la sua nuova primavera inizia la sera del 14 febbraio, quando il telefono, verso le 23, squilla. La voce di un dottore dal Bambin Gesù preannuncia che Francesco doveva recarsi con urgenza al Bambin Gesù, perché era in arrivo l’organo che aspettava da luglio 2021, quando era stato messo in lista per il trapianto; ma prima di lui c’era un altro ragazzo. E si parte in piena notte, con uno stato d’animo pieno di speranza ma anche gravato dall’incertezza, per affrontare un nuovo viaggio. Verso le 9 arriva la sospirata chiamata di conferma: sarebbe stato Francesco a sottoporsi al trapianto. Arrivati in ospedale viene preparato per l’intervento e nel pomeriggio, subito dopo l’arrivo dell’organo, verso le 16 inizia l’operazione. Dura circa 4 ore. Dopo due giorni di terapia intensiva, le analisi attestano che il decorso post operatorio procedeva bene e così viene trasferito in reparto. Poi, dimesso dall’ospedale, insieme alla madre trascorre gli ultimi 15 giorni in una struttura adibita all’accoglienza dei pazienti che risiedono lontano, per monitorare il decorso. E martedì 22 l’esito positivo, con l’ultimo controllo: Francesco poteva far rientro.  Tutti i medici che lo hanno seguito fin dai primi giorni, nel corso dell’ultima visita, hanno manifestato soddisfazione e gioia perché tutto stava procedendo secondo le attese. Anche per loro, aver visto Francesco rinascere, rappresenta una vittoria. Sono diversi i dottori che lo hanno seguito con cura e amore, oltre che con la riconosciuta professionalità a livello internazionale di cui gode una struttura come il Bambin Gesù. In particolare Francesco ringrazia i medici che lo hanno assistito dall’inizio, a partire dalle dottoresse  Marcella Greco, Alessandra Gianviti e Laura Massella; e poi lo staff medico che lo ha seguito durante il trapianto: Luca Dello Strologo (responsabile della Clinica trapianti rene), Maria Cristina Mancuso (originaria di Lamezia), Isabella Guzzo, Francesco Emma, e infine tanta gratitudine per l’unità che ha eseguito il trapianto.

Adesso è iniziato un nuovo viaggio per Francesco, con una visione del futuro non più grigia nel suo sguardo. Tanti anni contrassegnati da una spola sfibrante tra la Calabria e Roma, continue analisi e terapie da aggiornare. Un rosario estenuante di attese, di speranze ma anche momenti di profondo scoramento, sia per Francesco che per la famiglia. Tanta pazienza e sacrifici per portare avanti la croce, con l’angoscia nell’ultimo periodo, quando la situazione si era aggravata. Finché il giorno del ritorno a nuova vita, il 15 febbraio. E sembra che un miracolo si sia compiuto.

La storia di Francesco racconta le tante storie legate da un filo misterioso che si spezza e si intreccia: di bambini, ragazzi, adulti e di famiglie che vivono sentimenti contrapposti e che passano attraverso il pathos di un tragico destino. E Francesco si porta dentro una parte della vita ignota di un altro ragazzo come lui, che rinasce ogni giorno nei suoi occhi, nei suoi sentimenti, nei suoi desideri.

Nella sua sofferta storia ci sono il temperamento, la tenacia  di un ragazzo generoso con tutti, capace di attrarre la simpatia di coetanei e di adulti, dotato di una straordinaria empatia e laboriosità, che fin dalla tenera età ha manifestato, imparando sul campo diversi mestieri e intrecciando relazioni con tantissime persone. Questa sua particolare disposizione umana e versatilità nelle attività pratiche, lo hanno aiutato psicologicamente e moralmente ad affrontare una prova così difficile e a superare momenti di afflizione e angoscia.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia