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Il Patrono al posto degli ex sindaci: il curioso tour dei busti di Sant'Onofrio

Le statue degli ex sindaci Vincenzo Lattari e Italo Maragò erano all'entrata del Municipio ma ora sono stati spostati in attesa di nuova collocazione

Che fine hanno fatto i busti raffiguranti i sindaci Vincenzo Lattari e Italo Maragò, collocati nell’area adiacente l’entrata del municipio dalla vecchia amministrazione comunale a guida “Tre Spighe”?
E’ questa la domanda ricorrente tra i cittadini di Sant’Onofrio che, nell’arco di poche ore, hanno assistito alla rimozione dei busti raffiguranti due importanti amministratori del passato e, di lì a poco, alla sostituzione con la statua raffigurante il Santo Patrono. Una storia per molti versi paradossale quella che ha accompagnato il destino di quest’ultimo manufatto.

Realizzata all’epoca dell’amministrazione Barbieri, sulle fattezze del Santo riprodotto su documenti originali del comune di Sant‘Onofrio, l’opera non è mai stata completamente “accettata” dalla comunità locale, che da sempre nel proprio immaginario ha come riferimento l’imponente statua custodita nella chiesa matrice e che rappresenta un Sant’Onofrio molto più in forze e dall’aspetto gioviale.
E forse proprio da questo “peccato originale” trae origine il continuo peregrinare della “statua voluta dal comune” che, dopo l’iniziale collocazione nel giardino antistante la chiesa matrice, ha via via trovato ospitalità dapprima all’entrata del municipio e, successivamente, nella parte periferica del paese, di fronte allo svincolo autostradale.
Un “tour itinerante“, quello cui di fatto è stato condannato il Santo Patrono, che ancora non sembra conoscere la parola “fine” considerata, ed è storia di questi giorni, la nuova ricollocazione nello spazio esterno antistante il Municipio. A fargli compagnia il Tricolore italiano che, presumibilmente, verrà issato sull’asta collocata sull’altra base in cemento.

Tornando comunque ai busti dei due illustri amministratori, anche il loro percorso si è rivelato alquanto travagliato. Realizzati su commissione di due privati cittadini - e già questo particolare aveva provocato non pochi “mal di pancia” tra i cittadini che, a giusta ragione ed in nome del diritto a preservare in modo condiviso la memoria collettiva, avevano rivendicato la necessità di un coinvolgimento diretto di tutta la comunità - erano stati inaugurati nel corso di una cerimonia pubblica. In molti poi avevano trovato da ridire sulla effettiva somiglianza dei busti con i personaggi reali. La scelta dei sindaci da immortalare era stata effettuata in pieno stile “bipartisan” e cioè uno della “Croce” (Lattari) e uno delle “Tre Spighe (Maragò).

Non era comunque mancato chi aveva sottolineato che questo “modus operandi” avrebbe creato un pericoloso precedente per il futuro, allorquando altri cittadini potrebbero rappresentare l’esigenza di ricordare in modo analogo altri sindaci che con capacità e senso di attaccamento alla comunità hanno ricoperto il loro ruolo istituzionale.
Ma tant’è, con la rimozione di questi ultimi giorni, ed in attesa di conoscere la nuova collocazione, il problema sembra essere stato risolto.
Almeno fino a quando - a sentire l’opinione ormai prevalente in paese - con “buona pace dei Santi” si insedierà una nuova amministrazione comunale.

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