Anche Lamezia ha le sue vittime di 'ndrangheta: sono Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte, i due netturbini trucidati il 24 maggio 1991 mentre svolgevano il loro lavoro. Un delitto efferato rimasto ancora impunito. A ricordare così le due vittime innocenti di mafia sono stati i ragazzi dell’Agesci che quest’oggi hanno partecipato alla commemorazione di Cristiano e Tramonte, organizzata dal Comune di Lamezia in collaborazione con l’Ala (Associazione antiracket Lamezia), dalla Fondazione Trame e, appunto, dall’Agesci Zona Reventino. A sostenere l’iniziativa pubblica anche Arci Servizio Civile, la parrocchia del Carmine, il Masci zona Reventino e l’Associazione Comunità Progetto Sud.
Così come deciso dal consiglio comunale, ogni 24 maggio, la città di Lamezia ricorderà i due netturbini e tutte le vittime innocenti sacrificate sull’altare dello strapotere malavitoso. Infatti, nel corso della sobria ma sentita cerimonia, sono stati ricordati i lametini uccisi ingiustamente dalla ‘ndrine che con la violenza omicida ha seminato paura e soggezione nella comunità, ostentando sicurezza e predominio sugli affari illeciti del territorio. Alla “Giornata di tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata e della ‘ndrangheta” ha partecipato il sindaco Paolo Mascaro con gli assessori della giunta; il presidente del consiglio comunale Giancarlo Nicotera con una rappresentanza del civico consesso. Presenti anche le delegazioni delle forze dell’ordine, il deputato Giuseppe D'Ippolito e il procuratore della Repubblica Salvatore Curcio. Quest’ultimo, rispondendo all'appello accorato dei familiari che hanno reclamato giustizia per i loro cari assassinati, ha dichiarato: “Dopo 31 anni ancora non c’è stata giustizia e noi come comunità dobbiamo chiedere scusa ai familiari. Ma perché si possa fare chiarezza su questo e su tanti altri casi c’è bisogno che la mentalità cambi, che ci sia un cambio di passo e ognuno faccia la propria parte nella lotta al malaffare”.
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