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Vibo, nubi sul futuro del Parco urbano. L'assenza della politica e le "parate" inutili FOTO | VIDEO

Il Parco urbano, sito nel quartiere di Moderata Durant, rappresenta il principale polmone verde della città di Vibo. Una vasta area dalle innumerevoli potenzialità da sempre però gestita senza una grande visione da parte della politica cittadina. La gestione del parco dal 2016 è stata affidata ad un privato che però negli ultimi mesi avrebbe manifestato l'intenzione di chiudere anticipatamente questa esperienza.

E allora che ne sarà del presente e del futuro del Parco Urbano? Se lo chiedono in tanti, a partire da un nutrito gruppo di cittadini che in questi ultimi giorni ha rappresentato sui social il proprio malcontento e scrivendo anche un'accurata lettera al sindaco ed al prefetto. E che dire poi della palestra inclusiva all'aperto inaugurata ad aprile? Un luogo non a norma con gli attrezzi impiantati sulla terra senza neanche una base in cemento e con tappetini antiscivolo già scollati...

La denuncia dei cittadini

Nel corso degli anni, l'incuria dentro il Parco non ha prodotto solo degrado e abbandono. Sebbene l'attività del privato abbia anche generato un'intensificazione di attività ed eventi, con tanti giovani che hanno frequentato l'area esterna del bar, la situazione generale del Parco è sempre stata precaria sotto il profilo della manutenzione. Pericoli sui vialetti con cordoli e asfalto non in perfette condizioni, tanto da aver generato una serie di incidenti alcuni dei quali anche con conseguenze piuttosto serie, fontanelle non collegate, mancanza di campetti e strutture idonee per la fruizione a livello sportivo, giochi per bambini posti all'ingresso con le attrazioni (alcune di esse pericolanti) poste sul terreno senza nessun tipo di base. Negli anni le istituzioni non hanno avuto la capacità di intercettare fondi per la creazione di campetti polivalenti di calcio, basket, pallavolo, tennis. I bambini ed i ragazzi continuano, come se nulla fosse, a giocare sul "prato" del parco. E ancora, erba alta (tagliata solo, ad "una tantum" qualche giorno fa) e la sensazione di essere in un luogo dalle grandi potenzialità, ma mai sfruttato a dovere. Ed è per questo, e in virtù di tante altre rimostranze, che i cittadini hanno preso carta e penna e hanno scritto al sindaco, al prefetto e agli assessori al ramo. Una articolata lettera di un gruppo guidato da Teresa Bellissimo, una delle tante professioniste della città, da sempre frequentatrice del Parco. Di seguito, le richieste avanzate alle istituzioni.

1) la messa in sicurezza (ripristino del fondo dei viali)
2) il ripristino dei sedili e delle panchine
3) la rimozione di ogni recinzione
4) l’allaccio delle fontane alla rete idrica
5) la progettazione, pianificazione (architetti paesaggisti)
6) gestione e cura del verde
7) l’apertura del bar (orari del parco)
8) postazione salvavita (collocazione defibrillatore che era stato donato al parco)
9) vigilanza e rispetto dei divieti

La palestra inclusiva e le inutili "parate" della politica

Nel mese di aprile l'amministrazione comunale ha inaugurato la palestra inclusiva all'aperto, proprio nel cuore del Parco. Un progetto lodevole, un progetto degno di emulazione. Un luogo all'aperto con attrezzi nuovi, anche per disabili, che è stato inaugurato in "pompa magna" alla presenza del sindaco Maria Limardo, di alcuni assessori e del presidente del Cip Calabria, Antonello Scagliola. Ma come spesso accade, si inaugurano le opere, si partecipa alle "parate" senza però avere la minima considerazione di ciò che si ha intorno. La palestra, ad un mese e mezzo dall'inaugurazione, è caratterizzata dagli attrezzi posti su un terreno "spianato" nel quale non è stata prevista alcuna base (di cemento, di ghiaia, o di altro materiale). Il terreno utilizzato per spianare è stato accantonato ai lati creando due montagne di terra. I tappetini di gomma posti sul terreno si sono già scollati. Insomma, un modo di procedere tutt'altro che idoneo. Ma nonostante questo l'opera è stata inaugurata come se nulla fosse. Da qui le "polemiche" scaturite in Commissione e, soprattutto, l'evidenza di un luogo non così poi facilmente accessibile alle persone disabili. Insomma, l'ennesimo "pasticcio", l'ennesimo caso di superficialità e approssimazione di un'amministrazione comunale, nata con l'idea ed il mito della "Giunta tecnica (che di tecnico ha ben poco) di alto profilo", che naviga a vista.

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