Ore di angoscia ad Acquaro, dove un incendio di grosse proporzioni ha divampato per gran parte della giornata mandando in fumo la collina di “Malamotta”, trasformando in cenere ettari di uliveti e macchia mediterranea e lambendo alcune abitazioni. Il rogo, probabilmente di origine dolosa, si è sviluppato nella prima mattinata dalla limitrofa collina di “Aruso” e, alimentato dal caldo orrido, si è propagato verso “Malamotta”, appunto, la collinetta che affaccia proprio sulla piazza, e lambendo un’altra collina, quella di “Maguli”. Inorriditi i presenti in piazza Marconi, da dove hanno assistito impotenti al divampare di fiamme altissime. L’incendio ha provocato danni per diversi metri alla condotta che porta l’acqua dal fiume in paese per l’irrigazione di orti e campagne, condotta che stamani alcuni membri del consorzio che gestisce l’impianto hanno dovuto sostituire.
Non è la prima volta che “Malamottà” viene incendiata, anzi si può dire che accada ogni anno. L’ultimo periodo tuttavia c’è stata una tregua più lunga, visto che il fuoco ha distrutto la vegetazione nel 2019, proprio nel mese di luglio. Sul posto sono intervenute alcune squadre dei vigili del fuoco di Vibo, che hanno ritenuto necessario l’intervento di un elicottero, grazie al quale, dopo ore, si è riusciti ad avere la meglio sulle fiamme, domate intorno alle 17. Tra lo spettrale e il lunare lo scenario che si è presentato oggi agli occhi dei residenti, con la collina che da verde rigoglioso si è colorata di nero carbone e grigio cenere. Un albero di ulivo, in particolare, ai residenti ha parso assumere una particolare forma presagio di un prodigio. L’albero, infatti, ricorda la figura del Cristo in croce che più che al miracolo fa gridare alla monito: “state facendo alla natura ciò che avete fatto a me”.
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