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Catanzaro, il Riesame duro su Pittelli: è un consigliori

I giudici hanno respinto la nuova istanza avanzata dalla difesa per rimettere in libertà l’avvocato coinvolto in Scott Rinascita, Secondo i magistrati ha travalicato di gran lunga il suo compito professionale difensivo. L’accusa: è palese l’intento di trasformare il processo in uno scontro tra poteri dello Stato

Un “consigliori” della cosca Mancuso non un «perseguitato» dalla Procura antimafia. Questo, in sintesi, il quadro tracciato dal presidente del collegio del Tribunale del Riesame, Mario Santoemma, sul castello accusatorio che grava sull'avvocato ed ex senatore Giancarlo Pittelli, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e altri reati nel maxi processo Scott Rinascita. In 13 pagine il giudice spiega i motivi che hanno portato il Tdl a rigettare l'ennesima istanza di scarcerazione che era stata presentata dal collegio difensivo composto dagli avvocati Salvatore Staiano, Gian Domenico Caiazza e Guido Contestabile. I legali avevano impugnato la decisione del Tribunale di Vibo Valentia che nell’aprile scorso aveva negato la libertà per Pittelli che attualmente si trova ai domiciliari. Nel documento gli avvocati avevano sostenuto che già in questa prima fase del processo sarebbe emersa la mancanza di indizi di colpevolezza a carico del penalista catanzarese. Di parere opposto, però, sono stati prima i giudici del collegio vibonese e, il 15 luglio, i magistrati del Riesame di Catanzaro.

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