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Pizzo, un ospedale semideserto dove la fatiscenza è ormai di casa FOTO

Servizi sempre più ridotti in una struttura abbandonata se stessa

Un caso emblematico che la dice lunga su come, talvolta, “funziona” la sanità. Un caso che riporta a Pizzo e più precisamente al Centro Servizi Sanitari e Socio-Sanitari “Santa Maria del Carmine", alias “Ospedale di Pizzo”.

Un edificio sciatto, brutto, incustodito e sempre più depotenziato. Perché se è stato scongiurato che diventasse una cattedrale nel deserto, negli anni continua a perdere servizi. Ed ora che è stato designato quale centro operativo, chissà a cos’altro dovrà rinunciare. Intanto sino ai primi di settembre non ci sarà il servizio prelievi, penalizzando la popolazione anziana e quella non automunita; disagio che si ripercuote anche sul servizio di accertamento patenti ritirate, svolto dal Sert.
Una struttura mastodontica e incustodita ma costata fior di denaro pubblico che sta quasi per cadere a pezzi. Numerose le criticità che l’attanagliano e, oltre a costituire vere insidie, non mancano problemi igienico-sanitari. Già, proprio l’ente deputato a garantire questi aspetti, sottopone i propri dipendenti e l’utenza ad ogni rischio di sorta. Di sicuro all’esterno non cattura lo sguardo per le sue qualità, ma potesse almeno ovviare coi servizi…
Il paradosso è che alla sciatteria della struttura, si deve contrapporre la qualità che c’è al suo interno, tra eccellenze nel personale e la strumentazione, che rischia però di essere compromessa; basti pensare alla Radiologia: nessun avvicendamento col tecnico andato in pensione ed ora gli strumenti catturano polvere ed ospitano “esseri alieni”, così gli operatori chiamano in gergo le blatte che si muovono indisturbate ovunque.

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