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Capistrano, festa della montagna. Fusi i monili d'oro ex voto per realizzare due corone

In occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna della Montagna, che si svolgono a Capistrano dal 1759, nella seconda domenica di agosto, sono stati fusi, nella chiesa madre, dal maestro orafo Michele Affidato, con l’assistenza del figlio Antonio, scultore e maestro orafo, e da suoi assistenti, i monili d’oro ex voto offerti negli anni scorsi dai fedeli al fine di realizzare due corone d’oro per sostituire quelle che in atto sono sul capo della Vergine e del Bambino e che, comunque, verranno custodite in Chiesa.

La fusione è stata autorizzata dal vescovo di Mileto mons. Attilio Nostro al richiedente parroco sac. Antonio Calafati, dopo avere accertato “la non presenza di manufatti di rilievo storico-artistico tra gli oggetti d’oro interessati alla fusione al fine di realizzare due corone d’oro per l’effige della Madonna e del suo Bambinello”. La pregiata e regale statua policroma di legno della Vergine della Montagna, realizzata  dal maestro serrese Antonio Reggio, di scuola napoletana, fu consegna il 22 aprile 1759 al parroco don D. Antonio Zerbi che introdusse il culto della Madonna della Montagna di Polsi e che retribuì il maestro Reggio con il ricavato dalla vendita dell’olio che i Capistranesi offrirono presso i frantoi in occasione della campagna olearia 1758-1759.

Fin dalla celebrazione della prima grande festa, fissata, propagandata e celebrata nella seconda domenica di agosto 1759, giunsero fedeli da molti paesi delle odierne province di Vibo Valentia e Catanzaro. Chi, per la festa, pernottò in Capistrano o rimase spontaneamente in Chiesa per pregare oppure venne ospitata dai residenti nelle loro semplici abitazioni. Si registrarono, all’epoca, molti miracoli e molte donazioni di fondi rustici e fabbricati alla parrocchia quali ex voto alla Madonna, con atti rogati dal notaro Antonio Pasceri (crf. Giovanni Manfrida, Capistrano ieri e oggi, Calabria Letteraria Editrice, 1987). Dalla fusione dei monili è stato ricavato un lingotto d’oro di circa 5.440 grammi che il parroco Calafati ha esibito ai fedeli. Il peso dell’oro puro sarà controllato e definito dalle autorità statali competenti che detrarranno la percentuale di oro spettante, per legge, all’Erario.

“Sono 35 anni – ha evidenziato il maestro Affidato- che noi svolgiamo questo rito della fusione in diversi santuari e chiese della Calabria. Noi ovviamente come artisti non rendiamo la Madonna più bella. La Madonna è bella di sé per sé. Con queste nuove corone la impreziosiamo. La fusione si perde nella notte dei tempi e a noi piace ancora tutt’oggi portarla avanti con la strumentazione che portiamo nelle chiese per fare questo rito molto bello e solitamente a cento gradi. Vengono messi gli oggetti d’oro in questo crogiuolo ovviamente in diverse carature di oro, anche di 9-12 carati. Dal lingotto d’oro ricavato verrà tirata fuori la percentuale d’oro puro e dal peso di questa percentuale di oro puro si valuterà le corone che bisognerà fare per la Madonna della Montagna e del Bambino”.

Il processo della fusione è stato seguito attentatemene dalle centinaia di fedeli presenti che, alla fine, hanno applaudito lungamente.

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