Tra palazzi storici, scuole, parchi, case popolari ed edifici vari, il patrimonio comunale è piuttosto cospicuo. Nonostante ciò, l’amministrazione si trova a dover pagare l’affitto di immobili privati, soprattutto per trasferire alcuni istituti scolastici.
Certamente, va precisato che non tutti gli immobili comunali sono idonei ad essere adibiti a sedi scolastiche, ma ciò è utile ad aprire una riflessione sullo stato dell’arte dei beni pubblici.
Tra gli edifici di pregio val la pena di menzionare palazzo “Gagliardi”, occupato solo parzialmente dall’istituto di Criminologia e poi usato sporadicamente per qualche evento. Tanti altri beni sono ormai in disuso, decadenti, oppure oggetto di progetti che al momento non sono partiti. I numeri tracciano il quadro di un territorio che si va lentamente sgretolando. Abbandono, incuria, mancata gestione ordinaria. È questo il risultato di una politica che per parecchi lustri si è disinteressata delle proprietà comunali. Sono stati anni di completa indifferenza, ai quali si sono succeduti tempi di magra, come quelli attuali, in cui l’Ente deve fare i conti con l’esiguità delle risorse disponibili. La lista rossa parte dai piccoli borghi come San Pietro e Triparni dove gli ex edifici scolastici sono ridotti a brandelli da oltre un trentennio.
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