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Morto comandante Carabinieri Crotone, vertici Arma in città per funerale

«Era un soldato, un carabiniere, un militare che in virtù del suo servizio in reparti scelti aveva acquisito sia competenze militari che investigative che a noi mancheranno molto perché questo territorio è molto complicato. Oggi oltre a perdere un amico e collega perdiamo un professionista molto importante per il territorio anche a livello sociale. L’Arma si esprime molto nel sociale e lui era un grande interprete anche di questo». Lo ha detto il generale Pietro Salsano, comandante della Legione carabinieri Calabria nel corso della cerimonia funebre celebrata oggi a Crotone per il colonnello Gabriele Mambor, il comandante provinciale dei carabinieri deceduto sabato scorso dopo una immersione in mare, pratica della quale era appassionato.

Alle esequie celebrate nella chiesa di Santa Rita, parrocchia frequentata dal colonnello e dalla sua famiglia, sono arrivati i vertici dell’Arma rappresentati dal generale Teo Luzzi, comandante generale dei Carabinieri, il generale Pietro Salsano e il generale Riccardo Galletta, comandante interregionale «Culqualber». Presente anche il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, il procuratore distrettuale di Catanzaro, Nicola Gratteri, il procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia con tutti i sostituti, ed i 27 sindaci della provincia.

Presenti centinaia di carabinieri giunti anche dai luoghi dove Mambor aveva prestato servizio (Puglia, Campania e Sicilia) e l’intero reparto dello squadrone elitrasportato Cacciatori Calabria che il colonnello aveva comandato. La messa è stata celebrata dal vescovo di Crotone, monsignor Angelo Panzetta, che ha anche ricordato la sua amicizia personale con il colonnello e la passione condivisa per le immersioni: «Questa morte di Gabriele - ha detto il vescovo - deve essere un’occasione di crescita per renderci conto che la vita ha un tempo e in questo tempo dobbiamo fare bene e combattere per la giustizia. La vita di Gabriele è stata dedicata alla giustizia, alla verità ed al bene. Era sempre preoccupato di combattere il male non solo con la forza ma anche con l’educazione. Lui ha lasciato una traccia significativa perché ha dedicato la vita al servizio delle persone e quando si servono le persone si serve Dio»

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