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Catanzaro rinnova la devozione all'Immacolata. Fiorita: "La città ha bisogno di protezione"

Anche quest'anno si è rinnovata a Catanzaro la tradizione legata alla festività dell'Immacolata. Presso la Basilica dell’Immacolata Mons. Maniago ha celebrato una messa solenne, in occasione della festa. Al termine della funzione, l'arcivescovo metropolita S.E. Maniago, con l'ausilio dei vigili del fuoco, sospeso sulla scala che si è elevata verso la sacra effigie, ha deposto una corona di fiori in cima alla statua della Madonna che sovrasta la piazzetta adiacente la Basilica dell'Immacolata, benedicendo tutti i fedeli.

I fedeli non hanno rinunciato alla tradizionale Messa dell’aurora e tanti sono stati i cittadini che si sono svegliati all’alba pur di ritrovarsi sul sagrato della basilica dell’Immacolata e rispettare un antico voto. Qualcuno era lì già dalle 4,30 per non perdere alle 5 la Messa dell’aurora. Tutto ritorna e si rinnova dal 1641 allorquando gli abitanti del territorio, ammalati di peste, rivolsero il loro grido di speranza e di protezione alla Vergine Maria che da allora divenne madre solenne dei catanzaresi. Dal 1861, l’accensione e l’offerta del cero votivo da parte degli amministratori comunali sono divenuti anche simbolo di una giornata che, ogni volta, riesce a far riscoprire la bellezza e l’unione della collettività.

Le parole del sindaco Fiorita

"Oggi per me sarà una giornata di intensa emozione. Rinnovando un’antica tradizione di quasi quattro secoli, sarò chiamato ad offrire il cero votivo all’Immacolata e sottoscrivere il solenne atto notarile che lega la Città alla sua Patrona. Lo farò rivolgendo un pensiero ai miei concittadini, soprattutto quelli più bisognosi, riservando un piccolo angolo alla memoria di mio padre Franco che nella sua breve esperienza di sindaco non ebbe modo di provare questa emozione". Con questa riflessione il sindaco Nicola Fiorita ha voluto fare un augurio per la festa dell'Immacolata a tutti i catanzaresi.

"Si sia credenti o no - ha detto Fiorita - questa cerimonia rappresenta il momento più alto e intenso del senso di appartenenza della nostra comunità. Emerge in tutta la sua forza un richiamo alla responsabilità, alla solidarietà, alla cooperazione. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte – ovviamente nella misura che dipende dal ruolo occupato nella società – perché Catanzaro diventi una Città più bella, più accogliente, più sicura. Il rito dell’offerta del cero votivo nasce, secondo la tradizione, per dimostrare la gratitudine della Città all’Immacolata che l’avrebbe preservata da un terribile morbo nel 1641.

Anche oggi, a distanza di quasi quattro secoli, Catanzaro ha bisogno di protezione. Alcuni eventi estremi – la violenta scossa di terremoto dello scorso ottobre e la recentissima bomba d’acqua – hanno messo in evidenza l’estrema fragilità del nostro territorio, peraltro devastato da decenni di abusivismo e mancanza di programmazione.

Ho sempre detto in questi quattro mesi che avrei evitato di fare processi al passato e di scaricare sulle passate amministrazioni tutti i delicati problemi che gravano la Città. Oggi il Sindaco sono io e la responsabilità di tutto quello che accade è mia. Ma trovo ingiusto – e sotto certi aspetti immorale – che amministratori di lungo corso che hanno governato per decenni con ruoli di grande rilievo oggi chiedano il conto ad un’Amministrazione insediatasi appena quattro mesi fa del dissesto di un territorio abbandonato.

Se si è consentito di costruire a ridosso degli argini dei fiumi, se non si è attuata nessuna politica di contrasto all’abusivismo, se non si è tenuto conto dell’alto rischio sismico della nostra area, se non sono stati mitigati i fenomeni di dissesto idro-geologico, se non si è costruita una politica della prevenzione e della protezione civile, tutto questo lo si vorrebbe in appena quattro mesi da noi?

Noi abbiamo iniziato, con senso di responsabilità, a fare la nostra parte, anche se le risorse sono veramente esigue e servirebbero molti milioni di euro per intervenire con efficacia. Abbiamo completamente ripulito il torrente Castace e altri importanti interventi riguardano la Fiumarella in modo da ridurre il rischio di esondazioni. C’è tutto un lavoro da completare per la ripulitura di canaloni e tombini. C’è una struttura della Protezione Civile che, pur avendo fatto un ottimo lavoro, va potenziata e riorganizzata. Stiamo per dare un comandante alla Polizia Locale, primo passo verso un potenziamento del corpo dei vigili urbani.

Sul piano dell’abusivismo, posso fin d’ora dire che questa Amministrazione non darà nessun permesso a costruire se non in presenza di atti legittimi e ovviamente di tutte le garanzie antisismiche. Con l’approvazione del Piano Strutturale Comunale, PSC, daremo una svolta in questo senso. L’Immacolata protegga Catanzaro e sicuramente lo avrà fatto in occasione dei due eventi estremi che ho citato, ma il futuro dipende da noi, dalle nostre gambe e dai nostri cuori. Buona Immacolata, Catanzaro!" ha concluso il sindaco.

Dopo aver dato Lettura dell’atto notarile alla presenza di Mons. Claudio Maniago, di don Sergio Iacopetta, rettore della Basilica, di Michele Trapasso in qualità di commissario straordinario dell’Arciconfraternita, del Sindaco, Nicola Fiorita, e degli assessori comunali, si è proceduto all’atto di consacrazione, con il racconto storico e l’accensione del cero da parte del Sindaco.

L'omelia dell'Arcivescovo

L’Arcivescovo nell’omelia, manifestando la gioia di celebrare “la solennità dell’Immacolata Concezione di Maria così cara alla nostra Città e anche come momento significativo del tempo di Avvento, perché di fatto è la Madonna che ci insegna a prepararci interiormente al Natale di Cristo”, ha sottolineato l’importanza di questa celebrazione per lui: “La festa di oggi assume un valore particolare per me essendo la prima volta che la celebro come Vescovo di questa città e di questa Diocesi. Con emozione, quindi, affido il mio ministero alla Vergine Immacolata insieme con tutti i migliori desideri di chi vive e ama questa città e la vuole sempre più comunità coesa e solidale, ricca delle sue migliori tradizioni e pronta ad affrontare le sfide impegnative di un mondo che cambia in fretta”.

Rendendo lode “alla Santissima Trinità per il dono immenso del mistero dell’Incarnazione” e per “il dono dell’Immacolata, della Bellezza che ha nome Maria […] bellezza che non finisce di affascinarci e che riguarda non solo la Madonna, ma anche la Chiesa, ciascuno di noi”. Mons. Maniago ha sottolineato che la vita di Maria non è stata diversa dalla nostra, “ella ha conosciuto le difficoltà quotidiane, l’oscurità e le prove che la fede comporta, ha sperimentato non meno di Gesù la tentazione e le sofferenze delle lotte interiori. Davvero Maria ha condiviso tutto quello che appartiene alla nostra condizione terrena, a eccezione del peccato, e perciò ci è vicina, si china su di noi con tenerezza materna per aiutarci a diventare ciò per cui siamo stati creati, a diventare figli del Padre in Gesù, santi e immacolati nella carità”. La festa dell’Immacolata è un forte invito alla santità, a fare nostra la risposta: “sono la serva del Signore”.

“Noi oggi abbiamo molto bisogno di contemplare la Madonna come discepola di Gesù – ha ricordato ancora l’Arcivescovo –, di contemplare la sua fede, e il mondo ha diritto di vedere in noi cristiani che la fede illumina la vita, la trasforma pur non sottraendola alle fatiche e alle prove che comporta. Dobbiamo impegnarci a vivere la fede quale prolungamento di quella di Maria, dobbiamo dare spazio allo Spirito come ha fatto lei, perché i misteri di Dio dilaghino in noi, perché la Parola ci plasmi e ci possegga”.

Mons. Maniago ha poi concluso con la preghiera affidando a Maria la Diocesi, la Città, l’umanità intera: “O Vergine immacolata, tu che porti a noi, nella tua purezza, il Figlio di Dio, la luce venuta nel mondo, guidaci sulle vie della santità, donaci il desiderio di convertirci, di purificarci, di ritrovare la grazia di Dio, di vivere sotto il suo sguardo. Sii per tutti vita, dolcezza, speranza, porta del Cielo.

O Madre santissima, noi ti affidiamo la nostra Chiesa e la nostra città, ti affidiamo le famiglie, l’innocenza dei bambini, il futuro dei giovani, le vocazioni, ti affidiamo gli ammalati, gli emarginati, i poveri, i carcerati, l’umanità intera perché tutti sono tuoi figli; ti affidiamo, o Madre, la grande causa della giustizia e della pace nel mondo, specialmente in Ucraina. Fa’ che operando la verità nella carità percorriamo fedelmente la via che conduce al monte santo di Dio, dove tu ci attendi con Gesù”.

Durante la celebrazione, infine, vi è stata la benedizione di un nuovo membro dell’Arciconfraternita.

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