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A spasso nel centro storico di Vibo dove regna l’abbandono

Ente comunale e provinciale in affanno: palazzi nobiliari nel degrado, pavimentazione saltata e aree archeologiche inaccessibili

Angoli d’infinito che si perdono a vista, scampoli di mondo dove il tempo sembra essersi fermato per sempre. È questa la sensazione che si ha nell’addentrarsi tra i meandri del centro storico. Peccato che tutta questa “poesia” debba poi scontrarsi con il degrado ambientale che da piazza Terranova si estende fino al castello e al museo “Capialbi”. Percorrendo i vicoli che dalla zona Carmine si spingono nella parte alta della città la situazione dei luoghi è ancora più critica: scalinate a pezzi, condotte di raccolta delle acque bianche in superficie, lastricati in pietra sprofondati, erbacce e sterpaglia, escrementi di animali, topi.
In via dei Sette martiri la pavimentazione si è collassata e i grandi lastroni grigi sono stati accatastati l’uno sull’altro alla meno peggio. Poco più avanti un cumulo di terra, il resto di una transenna, spazzatura e disordine. Cancelli sprangati a villa Gagliardi, così pure alle mura greche e al tempio di località Cofino. Sono chiuse anche le porte degli antichi immobili tra cui palazzo Romei, ceduto alla Provincia nel 2005 e oggi pericolante. Persino il giardino è un insieme di rovi e alberi non potati che appesantisce l’edificio su ogni lato. La struttura, unica nel panorama calabrese per la sua architettura, rischia, infatti, di essere perduta per sempre. Anche lo stemma nobiliare, dipinto sulla volta, all’entrata del palazzo, si sta sgretolando.
Stessa sorte è toccata a palazzo De Riso-Gagliardi, anch’esso di proprietà della Provincia sin dal 1997, con all’interno preziosi arredi ottocenteschi, nonché decori di considerevole valore che oggi nessuno può ammirare.

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