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Metropolitana a Catanzaro: sul Pendolo "criticità superate, ora si accelera" FOTO

La lievitazione dei costi dovuta a imprevisti come la frana all’altezza dell’Umg costata circa 16 milioni. Regione tranquilla: «L’ispezione Anac? Routine. I fascicoli aperti in passato archiviati senza sanzioni»

L’obiettivo è quello di «consegnare alla città di Catanzaro e all’intero territorio regionale l’infrastruttura metropolitana prevista». Mette subito in evidenza la missione principale l’ingegner Salvatore Siviglia, dirigente generale del dipartimento Territorio e Tutela dell’ambiente della Regione Calabria, che chiarisce, entrando nei dettagli, i contorni delle osservazioni prodotte dall’Autorità anticorruzione sui lavori per la realizzazione del sistema metropolitano, il cosiddetto “Pendolo”. Anac ha messo in fila incrementi del costo totale (da 81,6 mln a 116 mln circa), ritardi nell’esecuzione dei lavori, carenze progettuali e penali non applicate oltre al rischio di un ulteriore slittamento della consegna delle opere.

Un quadro di fronte al quale il dirigente regionale afferma intanto che la Stazione appaltante «ha già fornito all’Autorità, e continuerà a farlo per come richiesto, ogni utile elemento per la ricostruzione delle complesse vicende che hanno caratterizzato l’esecuzione dei lavori, rappresentando per questa Amministrazione regionale un autorevole e qualificato riferimento». Siviglia sottolinea che l’attività ispettiva dell’Anac «consegue alla trasmissione da parte della Stazione appaltante, nei termini di legge, delle varianti derivanti da fatti imprevisti e imprevedibili, dinanzi ai quali l’Amministrazione regionale ha sempre cercato di trovare una soluzione, nel rispetto delle normative vigenti» appunto per arrivare alla consegna dell’opera infrastrutturale e «scongiurando contenziosi con l’appaltatore con il rischio di lasciare l’opera incompiuta». Proprio questa prospettiva, sottolinea, «costituirebbe il vero spreco di denaro pubblico: un’opera incompiuta e inservibile con conseguente definanziamento da parte della Commissione europea e restituzione delle risorse».

Puntualizza quindi che l’attenzione dell’Anac è un’attività di routine: «Non è un fatto eccezionale né sintomatico di irregolarità, tant’è che la stessa, anche in passato, ha aperto fascicoli ispettivi sull’opera, archiviati senza che ne sia scaturita attività sanzionatoria». Peraltro, prosegue, l’Anac «non ha censurato le varianti approvate da questa Stazione appaltante, ha solo evidenziato che da queste, sia in fase di progettazione esecutiva sia in fase di esecuzione dei lavori, è derivato un allungamento dei tempi rispetto a quelli previsti senza entrare nel merito delle ragioni che ne stanno alla base». Sul termine dell’intervento ammette che la scadenza di fine 2023 sarà superata ma ne parla in termini di mesi, «non certo di anni», e alla luce di tutta una serie di imprevisti.
Il dirigente regionale spiega che risponde al vero che la progettazione esecutiva sia avvenuta (nel 2016) oltre i termini stabiliti ma «non può tacersi che la stessa è stata oggetto di modifiche per venire incontro a sopraggiunte esigenze dei diversi Enti che hanno richiesto modifiche che rendessero l’opera più funzionale anche rispetto agli interessi pubblici dagli stessi perseguiti»: l’Università, per esempio, ha chiesto lo spostamento della fermata Policlinico-Campus e anche lo stesso tracciato rispetto alle previsioni del progetto definitivo; elementi che hanno comportato, dunque, un allungamento dei tempi di progettazione. Allo stesso modo la demolizione nel 2016 dello stabilimento Italcementi a Sala, avvenuta dopo la progettazione definitiva, ha portato a dover ridefinire il tracciato in quella esecutiva.

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