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Naufragio di Cutro, un "buco" di 6 ore nei soccorsi. Già 67 le vittime, l'ultima è una bimba

Hanno viaggiato, ammucchiati come merce, per quattro giorni, nella stiva del “caicco” che è poi naufragato all’alba di domenica sulle secche di Steccato di Cutro. Ma il “Summer love” (questo il nome dell’imbarcazione) che dopo essersi letteralmente sbriciolato, ha disseminato di pezzi di fasciame e corpi senza vita, la spiaggia di Steccato, era stato avvistato da un mezzo aereo di Frontex alle 22,30 di sabato mentre alle 4.10 di domenica è arrivata al 112 la richiesta disperata di soccorso lanciata dalla barca. Un “buco” di sei ore tra il primo avvistamento ed il soccorso che solleva molti interrogativi.

I sopravvissuti della tragedia del mare che non ha esaurito ancora la conta dei morti - arrivati a 67 dopo il ritrovamento, stamattina, del corpo di una bimba (salgono così a 15 i minori recuperati) - hanno raccontato agli investigatori, di essere stati costretti a viaggiare sottocoperta dagli scafisti che hanno condotto il “Summer Love” dal porto di Izmir allo Ionio crotonese. A gruppi li facevano salire in coperta per fumare una sigaretta o prendere una boccata d’aria.
Questo l’unico “lusso” dei migranti per lo più provenienti dall’Asia centrale (Afgani, pachistani, iraniani) ma anche dalla Siria e dalla Somalia, che hanno pagato tra i 5000 e gli 8000 euro il viaggio che per molti di loro si è concluso tragicamente. Mentre lo scafo sballottato tra le onde del mare scosso dalla scirocco scricchiolava paurosamente, gli scafisti li avevano assicurati che avrebbero toccato terra sani e salvi.

Ma così non è stato e quando i sopravvissuti al naufragio hanno toccato terra sulla battigia cosparsa dai cadaveri dei loro familiari e dei loro compagni di viaggio, la paura e il sollievo di essere ancora vivi si è tramutata in rabbia ed in tanti si sono scagliati contro uno dei scafisti che stava per essere linciato. Il 50enne turco poi fermato dai carabinieri, è stato salvato dagli stessi militari del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Crotone accorsi tra i primi a Steccato di Cutro. Gli uomini dell’Arma, insieme ai finanzieri ed agli agenti della Squadra mobile hanno poi fermato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina anche un 17enne ed un 25enne ambedue pachistani. È sfuggito finora alla cattura ma potrebbe anche essere tra i morti o i dispersi, un altro cittadino turco indicato dai profughi come il quarto componente dell’equipaggio del peschereccio. Il suo passaporto turco è stato trovato sulla battigia dagli uomini e dalle donne (forze dell’ordine, personale dell’Asp della Protezione civile e dei Vigili del fuoco), accorsi a Steccato di Cutro domenica dopo la concitata telefonata delle 4.10.

Ma perché se la barca era stata avvistata e segnalata la sera prima, i soccorsi in mare sono scattati solo dopo la telefonata del giorno dopo? È quanto sta cercando di capire la Procura di Crotone che indaga sul naufragio. Al momento le ipotesi di reato sono tre: omicidio colposo, naufragio colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Due mezzi navali della Finanza da “intercettazione” e non da soccorso sono salpati due volte nella notte e sono rientrate ambedue le volte. E la Guardia costiera ha diffuso una nota nella quale comunica di aver avuto comunicazione dell’attivazione del dispositivo della Finanza dopo la segnalazione di Frontex e dall’altro di aver ricevuto alle 4,30 di domenica la segnalazione del naufragio.

 

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