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Naufragio di Cutro, le vittime salgono a 79. Ritrovati altri tre corpi: due bambini e un adulto FOTO | VIDEO

Proseguono a due settimane dalla tragedia le operazioni di ricerca e recupero delle vittime del naufragio del natante di immigrati in località Steccato di Cutro in provincia di Crotone.
Vigili del fuoco soccorritori acquatici con acquascooter congiuntamente alla Guardia costiera perlustrano in lungo ed in largo il tratto di mare mentre operatori del 115 con quad e squadre di terra verificano il tratto di spiaggia. Questa mattina sono attualmente 3 i corpi individuati e recuperati per un totale di 79 vittime dal giorno della tragedia avvenuta domenica 26 febbraio (due di questi sono bambini).  Sono 33 i minori morti nel naufragio e tra loro 24 compresi nella fascia d’età tra 0 e 12 anni.

Nel posto di comando avanzato operatori TAS (topografia applicata al soccorso) continuano ad aggiornare le mappe con i punti dei ritrovamenti e coordinando le squadre di terra sui punti dove effettuare le ricerche

Non si fermano le ricerche dei corpi delle persone coinvolte nel naufragio di domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro. Da 15 giorni Vigili del fuoco soccorritori acquatici con acquascooter congiuntamente alla Guardia costiera perlustrano in lungo ed in largo il tratto di mare mentre vigili del fuoco con Quad e squadre di terra verificano il tratto di spiaggia. Nel posto di comando avanzato operatori di topografia applicata al soccorso (Tas) continuano ad aggiornare le mappe con i punti dei ritrovamenti e coordinando le squadre di terra - composte da tanti volontari delle associazioni che fanno parte della Protezione civile regionale - sulle zone dove effettuare le ricerche. Proprio il dato del Tas evidenzia che dopo i recuperi nei primi giorni avvenuti nei pressi del luogo del naufragio, le correnti marine e il vento hanno trascinato i corpi senza vita verso nord, tra Le Castella e Praialonga dove sono stati effettuati i recuperi degli ultimi giorni. La zona di ricerca è estesa per 13 km lungo la costa e va dalla foce del Tacina (nei pressi della quale c'è stato il naufragio) fino a Le Castella.

Ieri in migliaia a manifestare in spiaggia a Steccato

Sono arrivati da tutto il centro sud. Donne, uomini, bambini italiani e stranieri, rappresentanti istituzionali, sindacalisti e semplici cittadini. In migliaia hanno sfilato per le strade di Steccato di Cutro dove appena 15 giorni fa è avvenuta una delle più gravi stragi di migranti nel naufragio di una imbarcazione a un centinaio di metri dalla spiaggia. Una massa imponente di persone, poco più di 5000, arrivata con oltre 30 pullman e mezzi propri da diverse regioni. Tutte unite da un proposito, quello del nome dato alla manifestazione promossa da Rete Asilo: «Fermare la strage subito». Il corteo è stato aperto dalla croce realizzata con parte del relitto della nave portata a turno dai partecipanti. Tra loro anche Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, il comune diventato famoso in tutto il mondo per l’accoglienza che vi veniva praticata. «Certe volte - ha detto - mi vergogno di essere un cittadino occidentale». Anche i giornalisti della stampa locale e nazionale che da 15 giorni stanno seguendo la vicenda, hanno partecipato portando al collo una stampa che riproduceva il badge di Amarkhel Torpekai, la giornalista morta nel naufragio. Decine i sindaci ed amministratori presenti, tra cui quelli di Crotone Vincenzo Voce, e di Catanzaro Nicola Fiorita. Alcuni amministratori sono arrivati anche da fuori regione. Come Detjon Begaj, consigliere comunale di Bologna delegato da sindaco Matteo Lepore: «Siamo qui perché non si può essere altrove. Oggi chi rappresenta le istituzioni degnamente deve essere qui. Altri hanno fatto altre scelte». Tra i sindaci Raffaele Falbo, primo cittadino di Melissa, dove nel gennaio del 2019 la popolazione scese in spiaggia di notte a salvare i migranti la cui barca era naufragata: «Vogliamo far capire a chi governa il nostro Paese che salvare vite umane in mare è un obbligo e le scelte assunte fino ad ora non lo hanno dimostrato». Il lunghissimo corteo si è svolto pacificamente. Un solo momento di tensione, quando una donna da un balcone ha inveito contro i manifestanti, alcuni dei quali le hanno risposto cantando 'Bella ciao'. Canzone che ha fatto da colonna sonora anche grazie a Diego, Emilia Giusi e Nicoletta Cristina, papà e due figlie di Catanzaro che l’hanno suonata con chitarra e violini per tutto il tragitto. Tra i manifestanti alcuni parenti delle vittime del naufragio: «Il governo italiano non è diverso da quello dei talebani - ha urlato un ragazzo afgano che nella tragedia ha perso cinque familiari di cui uno ancora disperso -. Noi siamo scappati perché non abbiamo alternative alla morte. Noi chiediamo più soccorsi in mare e che le politiche italiane si basino su questo. Ora vogliamo solo andare via dall’Italia con i nostri morti». Il momento più forte sulla spiaggia della strage, a conclusione del corteo. Mentre si stava deponendo la corona di fiori bianchi sull'arenile è arrivata la notizia del ritrovamento - dopo quello di una bambina di 5 o 6 anni recuperato la mattina - di due cadaveri: quello di un uomo e di una bambina di un’età presumibile tra i 7 e i 10 anni che porta il bilancio, ancora provvisorio, a 76 vittime, 31 delle quali minori e tra loro 22 compresi nella fascia d’età tra 0 e 12 anni. Appreso il triste aggiornamento dell’elenco delle vittime, in centinaia si sono inginocchiati. Dopo un minuto di raccoglimento la manifestazione si è conclusa, ma in tanti sono rimasti in spiaggia a pregare, deporre un fiore o a piangere come Marilise Succurro, giunta da San Giovanni in Fiore con l'associazione Donne e diritti. «Chi non è stato qui non può capire» dice.

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