Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Torri e fortezze, al Complesso San Giovanni di Catanzaro il "Codice Carratelli" -Foto

Le insidie, un tempo, arrivavano dal mare. Dal “cavallo di  Troia” alle navi vichinghe, ai velieri dei conquistatori delle Americhe, diverse civiltà hanno pagato caro l’aver lasciato le proprie coste sguarnite e indifese. Solo aprendo lo sguardo su prospettive diacroniche ampie e concezioni estetiche appartenenti all’epoca d’oro della cultura italiana, si capisce l’immenso valore storico e storiografico di un corpus di opere originali ed uniche come quelle che compongono il “codice Romano Carratelli”.

Una raccolta di 99 acquarelli dedicati per lo più a torri, castelli e città fortificate della Calabria Ultra del Regno di Napoli, realizzati tra il 1586 e il 1595 da un esperto dell’arte fortificata su incarico verosimilmente del vicerè Juan de Zuniga, conte di Miranda. Attraverso la rappresentazione del territorio costiero visto da terra e via mare, vengono visualizzati, con accuratezza pittorica e raffinata eleganza cromatica, mirabili, enigmatici paesaggi dominati da costruzioni altere e austere, atte a difendere ma anche a dominare lo spazio. Il tutto corredato da minuziose  descrizioni in grafia cancelleresca dell’epoca, che aggiungono quel tocco documentale “vissuto” spesso assente nei dipinti realizzati per mere finalità artistiche.

Una sorta di  rappresentazione fotografica ma anche progettuale che, realizzata dopo accurati sopralluoghi, oggi consente agli studiosi di avere un quadro più completo rispetto alle vicende geo-politiche di quest’area del Mediterraneo. Al di là dei contenuti iconografici, infatti, il Codice disvela il sistema topografico e militare della costa centro-meridionale della Calabria secondo quello che doveva essere un ampio progetto di difesa costiera pensato dagli spagnoli Carlo V e Filippo II per presidiare il territorio dagli attacchi degli “infedeli”.

Strategica anche la cromia, con i due colori rosa e azzurro che secondo alcuni identificano da un lato l’esistente (strutture cilindriche) e dall’altro il nuovo manufatto da costruire nell’ambito di un piano difensivo incentrato su strutture  quadrangolari, con torri di sorveglianza lungo le coste e fortezze nell’entroterra.

«Non esiste, nella storiografia italiana ed europea, qualcosa di paragonabile a questo antico Codice spagnolo che descrive e illustra una Calabria mai vista  prima», sostiene Domenico Romano Carratelli, avvocato, politico, bibliofilo e appassionato collezionista di Vibo Valentia che possiede, per averlo acquistato da un antiquario veronese, il Codice del 1595 che ora ha preso il suo nome ed è catalogato appunto come Codice Romano Carratelli. Una “summa” di eccezionale bellezza, che spazia dalla più antica immagine di Capo Colonna, quando le colonne del Tempio di Hera Lacinia erano due, alle vedute di Tropea, Bagnara, Catona, Scilla, Crotone, Roccella Jonica, Pizzo, Parghelia e altri luoghi consegnati alla memoria nell’irripetibile stato in cui si trovavano prima degli sconvolgimenti tellurici e dei disastri naturali che hanno  trasformato e non di rado deturpato la costiera meridionale calabrese.

Un’autentica e rara eccellenza calabrese, il Codice, ancora visibile fino al 4 agosto nelle antiche sale del complesso monumentale del San Giovanni, anch’esso antica fortezza e quindi sede appropriata per la mostra inaugurata il 4 maggio scorso e visitata da istituzioni e associazioni prestigiose, non ultimo il  Circolo Catanzaro 1871 presieduto dal notaio Paola Gualtieri. La mostra, curata da Emanuele Bertucci, è un evento culturale di forte impatto anche didascalico,  proponendosi di offrire e far conoscere ai visitatori non solo un capolavoro del Cinquecento ma anche spunti per approfondire elementi storici, geografici, militari e culturali di una regione posta nel cuore del Mediterraneo e dunque “vocata” ad essere crocevia  di vicende e relazioni fra popoli frontalieri, portatori di un interessante miscuglio di influenze e visioni del mondo. Un mix di iconografia e arte che nonostante le molteplici interpretazioni e “letture” resta essenzialmente un affascinante mistero.

Caricamento commenti

Commenta la notizia