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Il misterioso artista Frog, un raffinato Banksy di Crotone

La più bella è la bambina in blu con il libro. Ti guarda negli occhi, e non è uno sguardo facile da sostenere. Tutte le immagini del misterioso Frog, l’artista che ha sparso sui muri di Crotone disegni bellissimi, ti colpiscono. Come ti colpisce sempre una fioritura imprevista di bellezza in mezzo al brutto, al degradato, allo squallido. A quella patina di rovina e disfacimento che rende decrepite le nostre città moderne senza passare per l’antico.

Frog fiorisce sui muri sporchi, scrostati, imbrattati: quelle superfici a cui diventiamo in breve tempo del tutto ciechi. Il Brutto Sovrano che annulliamo, espungiamo dal nostro campo visivo ed etico, rassegnandoci. Lì, in quella zona grigia del nostro sguardo, arrivano i Banksy, i Blu, i Tvboy. I Frog. Con tecniche diverse, citazioni iconografiche e culturali diverse, ma regalandoci lo stesso trasalimento, la stessa intima consolazione: il Bello c’è e lotta assieme a noi.

Frog, il “ranocchio”, ha cominciato a Crotone il 9, con la “bambina in blu” (in via Raimondi, nelle vicinanze del Duomo); il giorno dopo in piazza Lea Garofalo, è stata la volta della “Venere”, sul muro del castello. Poi sono arrivati il Cristo con la Madonna (sotto i portici di piazza Pitagora), l’esplosivo Bud Spencer (in via Poggio Reale), il “filosofo” e, ultimo, un perfetto Charlie Chaplin (sul muro del Municipio, in piazza della Resistenza). E stavolta c’era qualcosa di più: un lungo messaggio scritto sulla bombetta. «Preoccupati più della tua coscienza che della reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è problema loro».

La sorte di queste meraviglie, che non sono propriamente graffiti, ma veri e propri “poster”, realizzati su carta e poi incollati al muro, ovviamente non è identica: ammirati o vandalizzati. È la street art, bellezza. Le opere sono sempre un rischio urbano, proprio perché lì devono stare, nella strada. E semmai il vero vandalismo è chiuderle nelle gallerie e venderle a carissimo prezzo (come accade per il più famoso ed elusivo di tutti questi artisti, il mitico Banksy).

Alcune delle opere di Frog già praticamente non esistono più, intendo le opere fisiche (il “filosofo” e Bud Spencer sono stati aggrediti dai vandali e dalla pioggia), ma è parte di quelle opere anche questo che vi sto scrivendo, e le loro immagini diffuse sul giornale, sui social, sul web, e ogni sguardo che attireranno.

La street art è un sasso nello stagno, l’opera, nell’epoca della sua infinita riproducibilità e inevitabile smaterializzazione e virtualizzazione, è anche la sua storia successiva, il suo potere propulsivo. La sua capacità di farci sbattere il muso contro la Bellezza, e dirci: bene, guardami negli occhi, cosa vuoi fare, adesso, come puoi ancora farmi tacere?

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