Il profumo della macchia unito all’azzurro del cielo dà il benvenuto a Platania, sull’estremo crinale del Reventino. Un mondo di ulivi, ciliegi, cerri, castagni, faggi e platani che regala alcuni degli scorci panoramici più belli della Piana e del Golfo di S. Eufemia. Vivace il nucleo storico, con i suoi palazzi di pietra dall’atmosfera signorile incuneati tra gli antichi vicoli e la montagna dalla pietra verde dove, secondo la leggenda, vivono le fate. Un centro ancora in gran parte a misura d’uomo, con le basse case dai tetti a travi di legno, lascito di secoli passati, ma anche con una Mostra originalissima e pressoché unica nel suo genere: l’esposizione di strumenti che furono del Medico condotto, figura di riferimento per la salute dei cittadini e a cui, nel post- pandemia, si guarda con un po’ di nostalgia. I documenti, gli strumenti medico-chirurgici, l’ambulatorio con l’antico lettino snodabile, la piccola scrivania piena di ricettari e timbri, le vetrinette complete di attrezzi e di “laboratorio analisi” , ripropongono la vita e l’ambiente di lavoro del medico al servizio della collettività. Le teche espositive, allestite per aree tematiche (la borsa del medico condotto, il parto in casa, i ferri del mestiere, l’elettroterapia), a parte il loro valore storico-scientifico (alcuni attrezzi risalgono al 1850) rappresentano un viaggio nella vita familiare e sociale di Platania ai tempi in cui il medico, oltre che i corpi, curava anche le anime. Il materiale sanitario, i libri, le foto e gli arredi, esposti nelle sale del Museo “V. De Fazio”, appartenevano ai Medici condotti che hanno esercitato a Platania e sono stati donati al Comune dagli eredi Perri-Cerminara. L’esposizione è frutto dell’idea di uno dei loro discendenti, Raffaele Perri, che l’ha curata grazie anche alla collaborazione scientifica del cardiologo Antonio Butera. «Partendo dal mio bisnonno Leopoldo – spiega Raffaele Perri – ben quattro generazioni di miei avi si sono succeduti dal 1870 al 1977 nella condotta di Platania, fin che si passò alla Mutua». Come si vede dagli strumenti esposti, il medico condotto era “un plurispecialista”, curava tutti i malanni, dalla medicina interna alla chirurgia generale, alla neuropsichiatria, all’odontoiatria, all’ostetricia. «Mio bisnonno e mio nonno, per le visite domiciliari, raggiungevano i pazienti a cavallo, i miei zii in moto e vespa e, da ultimo, mio cugino in macchina», racconta Perri sfogliando un vecchio ricettario da poco ritrovato tra le carte di famiglia.
«Abbiamo accettato con entusiasmo la donazione dandole una idonea e degna sede nel museo civico di Scienze naturali – spiega Michele Rizzo, sindaco di Platania –. Una ulteriore attrattiva che, insieme al museo micologico, al parco letterario “Mastroianni” e alle bellezze naturali, vuole offrire al viaggiatore mete originali ed interessanti».
Platania, c’era una volta il dottore
L’esposizione dedicata al “medico condotto” nelle sale del Museo “De Fazio” a Platania per ammirare gli strumenti donati dagli eredi Perri-Cerminara
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