Uno sforzo davvero grande, quello di realizzare un festival in un momento storico ancora fortemente condizionato dalla pandemia dilagante. Una sfida comunque vinta che invita e invoglia a guardare già al futuro e alla prossima edizione. Il Lamezia International Film Fest, con la direzione artistica di Gianlorenzo Franzì, chiude i battenti e lo fa incassando un eccellente risultato per quanto riguarda la qualità delle pellicole proposte e gli ospiti che hanno animato le cinque giornata della kermesse culturale.
Nel foyer del Teatro Comunale Grandinetti il Liff8 ha concluso una intensa settimana tra proiezioni e talk e con l’assegnazione dei premi Ligea all’attore Fabrizio Ferracane e allo sceneggiatore e regista Massimiliano Bruno. Quest’ultimo, romano d’adozione ma lametino d’origine, ha ricevuto anche il prestigioso premio “Paolo Villaggio”, l’unico riconoscimento italiano che porta il nome del grande attore comico e che è stato approvato dai suoi stessi familiari.
Intrattenendosi con i due ospiti, Franzì ha fatto un exursus sulla loro personale carriera che inevitabilmente ha incrociato la complessa vita del cinema italiano degli ultimi anni. Gusti, tendenze, modi di pensare e di porsi che, in ogni caso, fanno del cinema una forma di arte e di comunicazione che continua a narrare il mondo reale e presunto, anche se con codici espressivi che mutano continuamente perché si adeguano all’evoluzione dei tempi.
Tra gli artisti che hanno partecipato al festival il regista Stefano Mordini col suo film “La Scuola Cattolica” ispirato al delitto del Circeo; Gianluca Jodice che ha realizzato il lungometraggio “Il cattivo poeta” sull’ultimo periodo della vita di Gabriele D’Annunzio. E, ancora, la regista Francesca Olivieri che con “Arberia” ha narrato la Calabria di origine albanese.
Tante le proiezioni in programma nei cinque giorni del festival: un caleidoscopio di opere cinematografiche che hanno offerto il meglio del cinema italiano di questi ultimi anni.
Molto apprezzato lo spazio dedicato all’associazione culturale UNA che da diversi anni propone la proiezione di film in lingua originale; durante il LIFF8 sono state proiettate tre pellicole di caratura internazionale pluripremiate che hanno fatto riscoprire al pubblico la bellezza dei lavori cinematografici senza doppiaggio. Una partnership, quella con l’associazione UNA, rivelatasi vincente che ha dato un valore aggiunto al festival.
Alla cerimonia conclusiva del LIFF 8 ha partecipato anche il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, con Giorgia Gargano e Luisa Vaccaro, rispettivamente assessore alla Cultura e allo Spettacolo. Gli amministratori comunali hanno evidenziato l’alto livello della manifestazione che ha avuto il merito di riportare il cinema in città. Una grandissima opportunità soprattutto per i giovani e per gli studenti delle scuole con cui l’organizzazione del festival ha interagito per diversi giorni, a partire dalla settimana antecedente allo svolgimento dell’ottava edizione della kermesse. “Il cinema – hanno sostenuto gli esponenti dell’amministrazione – è occasione propizia per vivere la città e il territorio”.
L’ottava edizione del LIFF, patrocinata dalla Regione Calabria e dal Comune di Lamezia Terme, ha vantato la collaborazione della Rambaldi Promotions, rappresentata alla cerimonia di chiusura dal presidente Giuseppe Lombardi che ha dichiarato: “La Fondazione Rambaldi e la Rambaldi Promotions esprimono compiacimento e soddisfazione per aver sostenuto il LIFF: un festival colto che esporta un’immagine della Calabria e del Sud certamente non stereotipata”. Per Lombardi “cinema significa anche turismo: crescita culturale che, se ben concertata, è anche sinonimo di sviluppo economico”.
Da rimarcare, inoltre, che il LIFF 8 ha avuto come sottotitolo “Le lingue del cinema”: un fil rouge grazie al quale è stato creato un focus sulla storia e la millenaria cultura arbëreshë che nel nostro territorio è molto diffusa e fortemente radicata. A tal scopo sono stati organizzati anche incontri e dibattiti nelle scuole cittadine e anche in alcuni istituti di diversi centri dell’hinterland di origine albanese, dove le tradizioni arbëreshë sono ancora vive e ben conservate.
I premi del festival sono stati realizzati dal Maestro Antonio La Gamba di Vibo Valentia.
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