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A un mese dalla strage, la spiaggia di Cutro diventa memoriale

Ieri a Steccato la toccante performance collettiva ideata da Giancarlo Cauteruccio. Non applausi ma il silenzio profondo dell’ascolto, del sacro. Tra tamburi e ninne nanne, versi di Euripide e di Pasolini, corpi danzanti che traducevano la parola in gesto

Il regista è in piedi, alle spalle il mare che è stato la tomba dei migranti. Sono le ore 17 d’una giornata soleggiata ma ventosa: dietro di lui i flutti tra i quali un mese fa si è sfasciata la barca di legno sembrano calmarsi, dopo la furia del mattino. Con lui ci sono gli artisti che ha chiamato a raccolta per una testimonianza forte e per non dimenticare quanto avvenuto, davanti ai cittadini di Cutro, accorsi anche stavolta partecipi, presenti e guidati dal loro primo cittadino Antonio Ceraso: è il gran maestro concertatore Giancarlo Cauteruccio, anche attore e scenografo, sperimentatore innovativo, nonché fondatore del Teatro studio Krypton, artista internazionale ma attaccatissimo alla Calabria, alla quale da poco è tornato, che in questa giornata di fine marzo vuole, con il prodigioso dono della parola poetica e dell’arte, dare dignità alle finora novantuno vittime del naufragio sul litorale di Steccato di Cutro. Carismatico, convincente e profondamente commosso, Cauteruccio scandisce: «Oggi deve essere il giorno del silenzio rispettoso dei morti. Questa spiaggia deve diventare un memoriale». Niente applausi dunque, solo l’ascolto silenzioso, profondo, partecipe.

Il regista, che sta per presentare le performances di artisti e poeti che accompagneranno quello che vorrà essere un rito collettivo celebrato senza clamori, continua: «Qui oggi ho invitato amici che fanno arte, chiedendo loro di guardarci negli occhi e intanto rendiamo merito alla gente di Cutro, iniziamo a fare comunità vera e diamo valore alla qualità dei rapporti umani, non abituiamoci alla quantità fredda».
Fra quanti sono venuti si susseguono quindi i contributi in musica, in poesia: primo è il cantautore di musica popolare calabrese Massimo Ferrante di Ioggi, nel Cosentino, a suonare e verseggiare su una ninna nanna dedicata ai bambini periti nella tragedia, cui segue il contributo di Dario De Luca, di Scena Verticale, che propone alcuni passi tratti dal primo libro dell’Eneide di Virgilio che risuonano di tragica attualità, mentre l’attore, accompagnato sapientemente da Leon Pantarei che fa vibrare il bodhran, tamburo arabo -armeno, legge il testo in cui sembrano i disperati del mare a raccontare del «tempestoso Orione contro secche a pelo d’acqua e con l’infuriare del vento ci disperse lontano, sopraffatti dal mare».
Con loro c’è Natascia Cuconato della “Tersicore danza” di Cosenza, che danza le parole, danza il silenzio e la musica, danza il suono del vento. L’attore traccia sul viso segni rossi, a simboleggiare il sangue versato dai migranti. Poi tocca a Euripide, “Le Troiane”, per voce e corpo degli artisti del “Teatro Rossosimona” di Rende: sullo spazio sacro della sabbia, in nero, fanno risuonare le parole dei vinti, rievocano il nome insanguinato dell’innocente Astianatte, figlio di Andromaca ed Ettore, immolato per evitare che possa vendicare la morte del padre. Innocente, vittima: come i tanti della “strage di bambini” che si è consumata nel mare.
Lo stesso Cauteruccio poi si cimenta nella lettura dei più noti passaggi della celebre poesia di Pier Paolo Pasolini «Alì dagli occhi azzurri», che parla di migrazioni e di popoli vinti, di passaggi per terra e per mare: «Uno dei tanti figli dei figli scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi. Saranno con lui migliaia di uomini coi corpicini e gli occhi di poveri cani dei padri».
Mentre la sera allunga le sue prime ombre, il performer Maurizio Orrico distribuisce alla gente facsimile di banconote insanguinate: «Questo denaro è il male, mentre la poesia che proponiamo qui oggi è il bene, la vita». Gli attori crotonesi Angelo e Carlo Gallo con l’artista Vincenzo Leto danno vita a una performance unica: il primo sul litorale teatralizza lo spazio con la sua abilità di mimo, mentre il fratello e Leto recitano un brano tratto dal lavoro «La nave fantasma».
È quasi sera e mentre dietro le colline il cielo si tinge di grigio e arancio, la “chiamata alle arti” voluta da Giancarlo Cauteruccio, vede l’ultima rappresentazione di Dario Natale del “Tip teatro” di Lamezia Terme, che propone «Shuma tra gli abissi», favola scritta da Dario Muratore, che ripercorre la vicenda del bambino in fuga dal Mali che dentro il suo giubbotto portava la pagella di scuola.
Nel silenzio, la poesia vola e affonda, segna gli animi. Resta.

I nomi degli artisti

Questi i nomi di tutti gli artisti che hanno generosamente partecipato alla «chiamata alle arti» di Giancarlo Cauteruccio sulla spiaggia di Steccato di Cutro: Paolo Failla, Massimo Ferrante, Dario Natale, Maurizio Orrico, Angelo e Carlo Gallo, Vincenzo Leto, Massimo Bevilacqua, Marco Ciconte, Carmelo Giordano, Sasà Megna, Francesco Turrà, Marzia Ruggieri, Antonio Olivo, Natascia Cucunato, Anna Broccardo, Luca Mazzei Domenico Manico, Anna Giusi Lufrano, Adele Ceraudo, Riccardo Leotta, Irene Talarico, Dario De Luca, Leon Pantarei, Gianluigi Guidotti, Enrica Sangiovanni, Maria Curatolo, Anna Laurìa, Rossella Cerra, Giuliano Compagno, Mario Naccarato, Massimo Barilla, Domenico Ierardi, Natalina Corina, Teresa Crocco, Ilaria Curcio, Pietro Di Francesco, Marianna Esposito, Daniela Macario, Tonia Mingrone, Simone Rende, David Santoro, Serena Scigliano.

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