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«La direttiva UE “Casa green” nel contesto italiano. Opinioni a confronto» a Catanzaro

Un interessante e partecipato seminario, organizzato da Confedilizia Catanzaro, moderato dal giornalista Giuseppe Mercurio, si è svolto presso la sala convegni della Fondazione Astrea di Catanzaro, sul tema: «La direttiva UE “Casa green” nel contesto italiano. Opinioni a confronto».

Dopo i saluti di Antonio Abate, vice presidente di Confedilizia Catanzaro, Daniela Rabia, presidente del Coram Catanzaro, Vincenzo Agosto, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro, Gerlando Cuffaro, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro, Orlando Farenza, per il Collegio dei Geometri di Catanzaro, e Alessio Sciarrone, per la Fondazione Astrea, si è sviluppato un articolato e approfondito dibattito con pregevoli e apprezzati interventi.

In particolare, i relatori Ernesto Alecci, consigliere regionale del centrosinistra e componente dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Bilotti, docente dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, Salvatore Passafaro, presidente dell’Unione dei Giovani Commercialisti di Catanzaro, Leonardo Antonio Riccio, ingegnere, componente del coordinamento tecnico di Confedilizia, e Sandro Scoppa, avvocato, presidente di Confedilizia Calabria, si sono soffermati su profili e aspetti della direttiva approvata alcuni giorni orsono dal Parlamento europeo, la quale prevede l’obbligo di realizzare interventi di efficientamento energetico su tutti gli immobili nel territorio dell’UE. Tanto al fine di far scomparire quelli con ridotte prestazioni energetiche, secondo una tempistica molto ravvicinata: è previsto, infatti, che entro il 1° gennaio 2030 gli edifici residenziali e le unità immobiliari dovranno raggiungere almeno la classe energetica E ed entro il 1° gennaio 2033 almeno la classe di prestazione energetica D.

Gli stessi, pur trattando profili e aspetti differenti, hanno tuttavia rilevato  che detto provvedimento, qualora non venga modificato, soprattutto nella parte relativa alle tempistiche e alle classi energetiche, oltre a essere di difficile applicabilità, presenta tra le altre cose un forte rischio di riduzione del valore di mercato degli immobili, con conseguente diminuzione della ricchezza delle famiglie, e il rischio di trascurare la più immediata esigenza di ristrutturazione per la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare del Paese rispetto al rischio di calamità naturali (tra cui in particolare il rischio sismico).

Inoltre, hanno ancora evidenziato i relatori, secondo uno studio della società McKinsey, per azzerare le emissioni di Co2 entro il 2050, i Paesi europei dovranno spendere in misure green 1.700 miliardi di euro all'anno, pari a una media del 6,5% del Pil nel periodo considerato. A sua volta - hanno altresì richiamato - come l’associazione dei costruttori, Ance, abbia dichiarato che per ristrutturare gli edifici come prescritto dalla misura europea, verrebbe richiesto al nostro Paese uno sforzo da 59 miliardi di euro all'anno, pari a quasi tre punti di Pil.

Per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici – hanno sottolineato in conclusione i relatori - è necessario porsi obiettivi realistici. Ed essi si possono raggiungere anche attraverso “spinte gentili”, evitando imposizioni, ma varando incentivi o altri strumenti simili, assicurando in ogni caso in capo agli Stati membri, un’adeguata flessibilità per adattare le nuove norme ai contesti nazionali.

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