Provincia soffocata dalle esigenze alle quali ormai risponde sempre più a fatica. È il dramma cristallizzato ieri pomeriggio dal presidente Sergio Abramo che ha messo a nudo l’incubo di «spese fisse che superano di gran lunga le entrate» chiamando in causa la deputazione calabrese. Sostenuto dai presidenti delle altre Province ha raccontato di «dipendenti senza stipendio che non riescono più a pagare un mutuo» nonché di manutenzione di strade e scuole che Palazzo di Vetro non si riesce più a garantire. Sullo sfondo un grido d’allarme senza precedenti che troverà sfogo in una lettera sostenuta da tutti i parlamentari e che è stato lanciato da un presidente che ha parlato di «problemi strutturali» e «tagli del 50 per cento sui trasferimenti». Netta la richiesta: «Accompagnateci in un virtuoso percorso di risanamento». Di certo c’è che così non si può andare avanti anche perché l’elezione indiretta voluta dal governo Renzi non piace più a nessuno e Abramo non ha avuto remore a dire: «Mi sento un abusivo». Situazione complicata anche a Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria con Paolo Brunetti (sindaco facente funzioni di Reggio) che pensando al Pnrr ha detto: «Noi siamo pronti, ma aiutateci, diteci dove dobbiamo andare a prendere i professionisti».
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