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Camera uninominale a Catanzaro, sfida al femminile tra Wanda Ferro e Giusi Iemma

Il 2018 sembra lontanissimo. Quattro anni fa, per esempio, nel collegio di Catanzaro l’ondata 5stelle portò Giuseppe D’Ippolito a superare un “signore” delle preferenze come l’ex presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini. Si parla, rispettivamente, di numeri come 52mila e 36mila voti. Ora sono entrambi altrove: il lametino D’Ippolito ha scelto di seguire Luigi Di Maio ed è capolista al plurinominale del Senato con “Impegno civico”; Tallini non ricopre più cariche istituzionali né è candidato, ma è responsabile regionale degli enti locali di “Noi con l’Italia” di Maurizio Lupi.

All’epoca, per dirne un’altra, il Pd portò in Parlamento il prof Antonio Viscomi, che stavolta non è stato neanche ricandidato. In compenso all’uninominale della Camera se la giocherà Giusi Iemma, cardiologa (al secolo Giuseppina) all’ospedale “Pugliese” ma soprattutto fresca vicesindaca del capoluogo nonché presidente dell’assemblea regionale del Pd. Alle Regionali dell’ottobre 2021 Iemma prese circa 5mila voti mancando l’elezione e piazzandosi terza del suo partito nel collegio Calabria Centro.

Ci riprova ma cambia collegio Elisa Scutellà del M5S: avvocato di Corigliano Rossano (nata a Genova), nel 2018 è stata eletta al plurinominale “Calabria 01” ma ora ha trovato posto un po' più a Sud. Su Open Parlamento non si registra una sua attività frenetica alla Camera: il suo nome compare come primo firmatario in due disegni di legge, una interpellanza, cinque emendamenti e una decina di interrogazioni.

Altri numeri per la pasionaria (e coordinatrice regionale) di FdI Wanda Ferro, anche lei uscente, che ha messo la firma in testa a oltre 200 interrogazioni e 376 emendamenti. Alle recenti Comunali di Catanzaro ha preferito una dignitosa corsa in solitaria rispetto alla coalizione formata dal resto del centrodestra a sostegno di un ex Pd come Valerio Donato. Erano però i tempi – recenti ma superati – delle tensioni nella coalizione, con Giorgia Meloni a tenere sulle spine gli alleati anche attraverso le scelte locali.

Acqua passata, certo, ma non del tutto: un altro big locale del centrodestra, il presidente leghista del Consiglio regionale Filippo Mancuso, ha preso tutt’altro che bene il fatto che a Catanzaro ci sia un solo candidato in posizione utile per il centrodestra (proprio Ferro). Ha espresso «rammarico misto a incredulità» rispetto alle scelte e alle strategie della sua coalizione per il capoluogo. Arrivando a citare Andreotti sui malpensanti che spesso indovinano: «In sostanza, da ciò che emerge, sembrerebbe che nelle aree dove più, in Calabria, la Lega ha avuto buoni risultati, meno si è scelto di rappresentarle, deludendo le aspettative di militanti, simpatizzanti, elettori e dei relativi territori».

Non ha cambiato collegio ma partito e anche coalizione il sindaco di Sellia Marina, Francesco Mauro, candidato nel collegio per il polo di centro costituito dal cartello Italia Viva-Azione. Alle Regionali di ottobre era organico al centrodestra: si era candidato con Forza Azzurri, lista gemella di Forza Italia, incassando 2382 voti ma arrivando quarto nel collegio dell’area centrale.

Guardando a sinistra del Pd, “Unione popolare” schiera a Catanzaro Piero Bevilacqua. Storico e scrittore, già professore ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza e fondatore dell’Istituto meridionale di storia e scienze sociali (Imes), è un catanzarese doc: prima della carriera accademica aveva conseguito la maturità classica al prestigioso Liceo “Galluppi”.

Dopo aver rotto con l’M5S, Bianca Laura Granato ha portato nel capoluogo gli antisistema euroscettici di “Italia Sovrana e Popolare”. E loro non potevano che affidare l’uninominale della Camera a una senatrice uscente divenuta nota al grande pubblico per aver rifiutato di esibire il green pass a Palazzo Madama, rimediando 10 giorni di sospensione.

Battaglie care anche a “Italexit” di Gianluigi Paragone, che schiera il presidente del Consiglio comunale di Taverna, Giuseppe Gigliotti. E pure - guardando a destra, molto più a destra del centrodestra - a Forza Nuova, la cui candidata si chiama Melania Di Bella, proprio come colei (magari, chissà, sarà un’omonima) che nel 2014 era in corsa alle Regionali con l’M5S.

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