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Disturbi alimentari, a Catanzaro un ambulatorio per la valutazione

La struttura riceve circa 150 persone all’anno, provenienti da quasi tutta la regione e pure qualche utente da fuori Calabria

Che in Calabria non ci sia un centro residenziale per la cura dei disturbi alimentari è risaputo, ma probabilmente non è noto che esiste un ambulatorio dove vengono valutati e curati tali disturbi. Un ambulatorio che stenta a decollare e che ha tanta voglia di crescere, grazie anche alle buone intenzioni degli operatori, ma che puntualmente non viene mai valutato per come merita. Un ambulatorio che riceve circa 150 persone all’anno, provenienti da quasi tutta la regione. A raccontarlo è Cristina Segura Garcia, professore associato di Psichiatria dell’università Magna Graecia e responsabile dell’ambulatorio di ricerca clinica e terapia del disturbo del comportamento alimentare. “I primi pazienti arrivarono, addirittura, nel 1997 anche se l’ambulatorio ha iniziato a funzionare a pieno regime dal 2005”, spiega Segura Garcia. “Qui si curano patologie come l’anoressia e la bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata. Si fanno percorsi diagnostici terapeutici assistenziali per i pazienti obesi che chiedono la chirurgia bariatrica” e precisa che destinatari delle terapie sono adolescenti e adulti; “purtroppo per i bambini non è previsto nulla”. Il centro si trova a “Villa Bianca”, in via Tommaso Campanella, ed è l’unico centro regionale ambulatoriale che vede un bacino di utenza proveniente dalla provincia di Catanzaro, di Vibo Valentia, e di buona parte della provincia di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone dove è possibile trovare soltanto singoli medici come punti di riferimento in materia. L’ambulatorio ha registrato, persino, utenti provenienti da fuori regione e, nonostante tutte le difficoltà vissute, questo ambulatorio è stato dotato di un laboratorio di cucina per provare a coinvolge i pazienti alla riabilitazione nutrizionale e di una mensa; una sorta di piccolo day hospital in mancanza di un posto di ricovero. Dal 2010 fu presentato un progetto a livello regionale che prevedeva la messa in rete con tutti i professionisti psicoterapeutici calabresi. “Il progetto è stato approvato e finanziato, ma i soldi non sono arrivati mai - commenta Segura Garcia -. Ho provato ad avere contatti con i commissari alla sanità, per perorare la causa e poter attivare posti letto pubblici e non convenzionati, ma nessuno mi ha ascoltato. Eppure siamo anche scuola di specializzazione, abbiamo fatto davvero tanta ricerca”. La situazione, però, potrebbe mutare grazie a un atto aziendale dell’Asp di Catanzaro che ha previsto l’apertura di una struttura residenziale pubblica con 12 poti letto, a cui possono attingere i pazienti da tutta la regione, da attivare all’ospedale di Soveria Mannelli. Ora non resta che attendere il via libera dell’assessorato regionale alla Sanità e sono in tanti a sperare che non passi ancora troppo tempo.

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