Con due celebrazioni religiose che si sono svolte a San Costantino Calabro e la sera successiva nella Concattedrale di Tropea sono stati festeggiati 25 anni di sacerdozio di don Francesco Sicari. A presiedere la messa nella chiesa madre di San Costantino è stato il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo. Tra i presenti, in un clima di sentita partecipazione, il sottosegretario di Stato Dalila Nesci, il sindaco Nicola Derito, che insieme a Saro Schiavello, ha ringraziato a nome della comunità don Sicari per l’opera che sta svolgendo, il presidente provinciale di Confindustria Rocco Colacchio, i sindaci di Mileto Salvatore Fortunato Giordano e di Zambrone Corrado L ‘Andolina e il comandante della locale stazione dei carabinieri.
Due momenti importanti per don Sicari nel ricordo vivo e forte di quel 13 aprile del 1996 quando a 24 anni venne ordinato sacerdote nella Cattedrale di Mileto dall’allora vescovo monsignor Domenico Tarcisio Cortese.
Nel fare i bilancio di questi suoi venticinque anni di sacerdozio don Francesco -, particolarmente legato sin dagli anni giovanili alla figura di don Mottola - ha ricordato in particolare tutta la gente che ha incontro durante il suo cammino “Quanta gente! Impossibile pensarmi – ha affermato il parroco di San Costantino - senza di essa, impossibile sarebbe la mia vita e tutto quello che il Signore mi ha permesso di seminare nei vari servizi che la Chiesa mi ha chiesto di svolgere: parroco di San Marco e San Cono dal 1996 al 2000, parroco di Zaccanopoli dal 2000 al 2011, rettore del seminario di Mileto dal 2011 al 2017, parroco di Paravati dal 2015 al 2017, Parroco di San Costantino dal 2017.
I nomi di questi paesi - ha continuato - rappresentano come le tessere di un bel mosaico che il Buon Dio ha dipinto nella mia vita in questi 25 anni. Ma dietro i nomi di questi luoghi ci sono volti concreti, ci sono uomini e donne, storie, emozioni, gioie e dolori, fatiche e speranze, c’è il vissuto di quel popolo fedele di Dio, in mezzo al quale, come ci ha ricordato il Papa, “ogni sacerdote, è chiamato per essere unto e al quale è inviato per ungere”. Don Sicari ha, quindi, sottolineato che tutte le persone incontrate vanno ringraziate con “due attenzioni particolari: quella per i bambini, i ragazzi e i giovani, fragili e instabili per l’età, ma sognatori ed entusiasti e se coinvolti al punto giusto disponibili e di gran cuore; e quella per gli anziani e gli ammalati che sono la vera forza di una parrocchia, con la loro fede granitica, con la preghiera e con la speranza con cui affrontano le prove della vita. Tutte queste relazioni – ha evidenziato don Francesco - segnano l’identità di un prete e accompagnano in modo indiscutibile il suo cammino.
Ciò che fa la differenza nel fare o meno, l’ideale puro del sacerdozio è e rimane la salvezza delle anime. Siamo sacerdoti non a nostro proprio beneficio, ma per gli altri. Tutto deve tendere a questo. Il resto è solo una cornice al dipinto della vita”. Il parroco – dopo avere ringraziato il vescovo Luigi Renzo per le sue paterne parole e tutti i presenti - ha infine rimarcato che il bilancio di questi 25 anni “passati, anche in fretta” non sono il rendiconto finale” ma “la sosta in cui si riprende fiato per ripartire con più slancio di prima”. Don Sicari ha ,inoltre, voluto ricordare questa prima parte della sua missione al servizio della chiesa con un volume “non per mettere al centro me stesso, ma solo per gridare il mio glorioso grazie al Signore che è passato nella mia esistenza e per fare memoria del suo sguardo misericordioso che ancora adesso mi chiede di mettermi in gioco per Lui, per la chiesa, per le persone affidate alle mie cure”. Attualmente don Francesco Sicari oltre ad essere parroco di San Costantino Calabro e canonico penitenziere della Concattedrale di Tropea.
È fratello maggiore dei sacerdoti Oblati del Sacro Cuore fondati dal venerabile don Francesco Mottola e direttore editoriale della rivista Parva Favilla. Fa, inoltre, parte con l’incarico di notaio del tribunale diocesano per la causa di beatificazione della Serva di Dio Natuzza Evolo.
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