Al liceo Campanella di Lamezia Terme e all’istituto comprensivo Maida – Vena, gli ultimi due appuntamenti della prima edizione del concorso per le scuole “Antonio: una storia di buona vita”, dedicato alla figura di Antonio Saffioti, scomparso un anno fa, promosso dalla famiglia Saffioti, dall’associazione “Il Girasole” e dalla casa editrice Grafiché Editore, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Lametino e il patrocinio del Comune di Lamezia Terme.
Guidati dalla docente Daniela Grandinetti, con la collaborazione di Simona Grillo e Antonio Cavaliere, gli studenti della II A indirizzo musicale nel corso dell’anno scolastico hanno approfondito la storia di Antonio leggendo i due libri scritti dall’autore insieme a Marco Cavaliere e Salvatore D’Elia, trovando proprio nella musica il filo conduttore di una vita “piena”, colonna sonora di battaglie per i diritti, per la vita indipendente e la buona qualità della vita. Insieme ai docenti Diego Apa e Daniele Augruso, gli studenti hanno dato vita a una performance musicale sulle note di Michel Petrucciani, pianista jazz colpito sin dalla nascita da una malattia genetica, e poi l’interpretazione di “A muso duro” di Pierangelo Bertoli, testo in cui riecheggia quella lotta e quella determinazione che hanno segnato la vita di Antonio e della sua famiglia. La dirigente Susanna Mustari ha sottolineato il valore che una testimonianza come quella di Antonio rappresenta per le nuove generazioni, evidenziando il ruolo della famiglia che ha consentito al giovane lametino di raggiungere traguardi importanti nei suoi 37 anni di vita.
Un fumetto sulla vita di Antonio è stato realizzato invece dagli studenti della II C dell’istituto comprensivo Maida – Vena, coordinati dalla docente Valentina Arichetta, che hanno letto i libri riassumendo in tre parole il senso della vita di Antonio: passione, libertà, impegno. Impegno e passione civile a tutto tondo, sottolineati dal dirigente dell’istituto Giuseppe De Vita per il quale “Antonio si è battuto per il primo dei diritti, che tutti noi spesso diamo per scontato: il diritto alla felicità. Lui voleva vivere come gli altri, voleva essere felice. Aveva le sue idee chiare, ma rispettava le idee di tutti. Lui continua a vivere con noi nella misura in cui siamo capaci di farci portavoce dei diritti degli altri, in particolare dei diritti di chi non ha voce”. Presente all’iniziativa svoltasi a Vena di Maida, l’assessore alle politiche sociali Sabrina Fiumara.
Da tutti i soggetti organizzatori del concorso, grazie agli studenti, ai docenti e ai dirigenti per aver portato avanti il progetto nonostante un anno particolarmente complicato, che ha visto docenti e studenti lavorare soprattutto a distanza nella lettura condivisa dei libri e nell’elaborazione dei progetti.
In entrambe le scuole, prima della consegna degli attestati agli studenti, la testimonianza dei genitori Pino e Vittoria Saffioti: “nel periodo del primo lockdown – hanno affermato davanti agli studenti – Antonio attendeva con ansia il ritorno alla scuola in presenza per poter riprendere i suoi incontri con i ragazzi. Lui amava parlare ai ragazzi, delle sue battaglie, della sua lotta per i diritti, ma anche della passione per la musica e per l’arte. Antonio ha realizzato il suo desiderio: è entrato nelle scuole, continua a parlare ai ragazzi. Si sta concretizzando quello che lui ha sempre voluto, lasciare un segno per rendere tutti consapevoli del fatto che in qualsiasi condizione ognuno di noi può e deve affermare i propri diritti, la propria libertà, il desiderio di essere felice”.
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