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Capistrano si candida a capitale della cultura 2024

“Capistrano è ufficialmente candidata a Capitale della Cultura Italiana 2024 fra le 24 finaliste, perché – ha comunicato il sindaco Marco Martino – abbiamo presentato oggi , il nostro dossier di candidatura con una Pec al Ministero della Cultura. Incrociamo le dita – ha aggiunto- con gioia, soddisfazione e orgoglio per essere fra i finalisti, ma anche con la speranza che questo progetto di grande ambizione possa ripopolare non solo gli uomini ma le loro menti, libere da ogni pregiudizio, condizionamento ed illecito. Che la cultura possa renderci migliori dinanzi alle sfide del futuro”. Capistrano ha potuto presentare il progetto per essere stata, su istanza ed interessamento del sindaco Marco Martino, compresa fra le 24 città italiane che si sono candidate presso il ministero della cultura per partecipare al riconoscimento di tale ambizioso titolo, che prevede, per la città che si aggiudicherà il titolo, un contributo statale di 1,5 milioni di euro grazie ai quali potrà mettersi in mostra per un anno per propagandare ed attuare le proprie peculiarità relative allo sviluppo culturale, attorno alle quali fare ruotare e crescere l’intera comunità. Il progetto è stato accompagnato oltre che dal prescritto simbolo che rappresenti al meglio la città anche da una documentazione finalizzata a mettere in mostra la vita e lo sviluppo culturale della città. Le 24 città che avevano presentato la propria candidatura, ed ora i progetti, per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024 al ministero della Cultura hanno distribuzione geografica e omogenea: 8 città sono del Nord Italia, 6 del Centro Italia, 7 del Sud Italia e 3 delle isole. I progetti saranno sottoposti alla valutazione da parte di una commissione composta da 7 esperti ritenuti di chiara fama nella gestione dei beni culturali. L’idea di introdurre il titolo di Capitale Italiana della Cultura è nata nel corso dell’iter che ha portato alla designazione di Matera come Capitale Europea della Cultura 2019. Negli anni decorsi ebbero il prestigioso titolo di Città della Cultura Italiana Mantova (2016), Pistoia (2017),Palermo (2018), Parma (2020 che fu prorogato al 2021 a causa del covid-19), mentre lo saranno Parma per il 2022), Bergamo e Brescia per il 2023.

Potrebbe, per Capistrano, essere una utopia essere scelta come Capitale della Cultura Italiana 2024, ma sindaco Martino in primis e i cittadini ci sperano e sognano, anche perché, per loro, antico borgo di Capistrano, aventi origini Basiliane (i cui monaci fondarono nell’800 un monastero), con le sue attrazioni turistico-culturali della frazione Nicastrello, divenuta, a seguito di terremoti ed emigrazione, disabitata e diruta, con le sue straordinarie bellezze faunistiche (tra cui la millenaria rigogliosa faggeta di Monte Coppari 961 mslm), con le sue grandi possibilità turistiche per avere ruderi di antichi mulini e frantoi idrici, vicinanza di circa 10-20 dai mari sia Tirreno che Ionio e dalle Serre, orizzonti e panorami che spaziano oltre la Calabria, con l’accoglienza delle vie e rughe del caratteristico centro abitato posto in collina con vista sul mare Tirreno, con le sculture Settecentesche in chiesa di scuola Canova, con i tre portoni istoriati di bronzo del maestro G. Farina (chiesa matrice), con la sua tipica cucina (fra cui “pasta e vaghiani”) e, soprattutto, con l’affresco del Battesimo di Gesù nel fiume Giordano, 1881/1882, attribuito al famoso Pierre Auguste Renoir (1840-1919), “l’impressionista che sorride alla vita e alla bellezza”, che, in occasione del suo viaggio da Napoli a Palermo (per fare il ritratto a Wagner) fece (su invito del prete capistranese Don Giacomo Rizzuti, conosciuto a Napoli) una sorta intermedia a Capistrano dal 15/20 dicembre 1881 al 12 gennaio 1882. Renoir rimase a lungo a Capistrano andando a mangiare anche fra la povera gente, “tanto- riferì Jean- faceva come uno di loro. Arrivando persino di mangiare con le mani e a soffiarsi il naso con la ‘vertula’ della giacca”.

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