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Lamezia, meno restrizioni per la pandemia. Ma i costi preoccupano gli esercenti

I ristoratori della città segnano il passo per l’aumento delle spese

Dopo l'emergenza sanitaria dettata dal Covid19 arriva l'emergenza energetica: i ristoratori lametini, dal locale più piccolo al più grande, dopo i restringimenti dettati dalla pandemia sono pronti con la grinta di sempre a una nuova primavera ma sullo sfondo resta la stangata dell'aumento tasse che pure si fa sentire con la stessa urgenza. «Purtroppo non abbiamo aiuti, la benzina è aumentata e in città non c'è un trasporto pubblico adeguato - dichiara alla Gazzetta del Sud Luca Caligiuri de “L'Osteria degli artisti” -, la bolletta della luce pesa sulle tasche di tutti, e il ristorante che non rientra fra le cose più importanti viene messo in secondo piano dalle famiglie che non possono permetterselo».
Una corsa a ostacoli, quella a cui sono chiamati i ristoratori, che lascia davvero senza respiro. «Prima c'era l'unico pensiero del Covid, ora c'è la crisi economica», aggiunge. Oltre a percepire una lenta adesione dei clienti c'è anche l'aspetto degli stipendi del personale e le spese del locale a cui i proprietari devono far fronte. «Lo Stato non ci ha dato aiuti dignitosi - racconta Caligiuri -, ma nonostante tutto noi abbiamo tenuto i nostri dipendenti e continuiamo a fare sacrifici». Posando lo sguardo a locali più piccoli diventa ancora più difficile fronteggiare alla sopravvivenza stessa. «Si sapeva che dopo Natale sarebbe stato più complicato andare avanti, con l'aumento delle misure di contenimento soprattutto, ma nessuno aveva mai immaginato un periodo così - a dirlo è Luigi Menniti del “Civico 22” -, la gente continua ad avere paura del virus, la Calabria resta una delle regioni con più alto tasso di positivi, in più siamo divorati dalle spese, e in tal senso nessuno è venuto in nostro soccorso, né Comune, Regione, o governo».
Non ci sono stati bonus di agevolazioni ma solo tasse in netto aumento. «Cerchiamo di restare positivi e speriamo che nelle prossime settimane possa andare tutto a migliorare. Spostandoci su Santa Eufemia e Sambiase le cose non cambiano molto. A Santa Eufemia, Davide Fermino del ristorante “Fermino ristorante” realtà nata da un anno in un periodo triste, laddove prima era “Costa dell’Olimpo” a Falerna, racconta della loro resistenza a questo momento storico: «Fino a novembre si è lavorato abbastanza bene ma non ci sono stati i numeri che dovevano esserci. Adesso c’è una risalita del tutto graduale, si presume un buon riscontro in estate». I limiti che più influiscono sono dati dall’aumento dei prezzi delle materie prime, quali la farina, la pasta, fino ad arrivare al resto. «Nonostante questo il nostro menù è rimasto invariato ma è chiaro che se ci saranno altri aumenti il consumatore finale evita di andare al ristorante perché diventa un bene di lusso». L’auspicio è quello di «ridare libertà a tutti sperando al tempo stesso che le istituzioni si rendano conto di tutte le problematiche che stiamo vivendo a livello fiscale». A Sambiase, il punto vendita “Cimorelli Slow Street Food” storica macelleria e griglieria nel centro storico vede registrarsi un calo esponenziale di clienti che, costretti a sopperire alle tasse, si dirigono nei grandi supermercati dalle offerte facili.

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