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Limpidi di Acquaro come Betlemme: un paese intero trasformato in presepe FOTO

Un’impresa eccezionale quella realizzata a Limpidi, frazione di Acquaro, dove l’intero centro abitato, e quasi l’intera popolazione, e non solo (c’erano comparse di Acquaro centro e Dinami, Piani e Fellari di Acquaro e numerosi emigrati rientrati per le feste), sono stati coinvolti nel presepe vivente, svoltosi martedì scorso nella piccola frazione, addobbata per soddisfare pienamente la manifestazione, dal carattere religioso e con valorizzazione delle caratteristiche locali.

Un’impresa ciclopica, considerando gli esigui abitanti, come ha ricordato in conclusione il parroco, don Rocco Suppa che, ringraziando gli organizzatori, ha sottolineato l’impegno e la dedizione di quanti, a partire da settembre scorso, si sono impegnati alla realizzazione dell’evento. Un’iniziativa che ha riguardato ogni angolo del centro abitato, ogni casa, ogni cantina, ogni attività dismessa, antichi frantoi e forni ormai in disuso ritornati in auge: 27 scene per riprodurre tutto quello che la tradizione tipica, collegata a quella del tempo, è stato possibile rievocare. Attraverso un percorso stabilito e impostato, per meglio rendere ordinato il tutto, si sono potuti ammirare, tra quelli che si ricordano: il forno, con tanto di pane casareccio da degustare; le zeppole calde; la sartoria, il mugnaio; il fabbro; il frantoio con le ruote in pietra; gli angioletti che intonavano i classici inni natalizi; il mercato; il filatoio per lavori con la lana; l’arrotino; il falegname; il tornitore; gli animali; il ricottaio; il mugnaio; varie osterie; il calzolaio; la sinagoga; il palazzo di Erode; la bottega della pasta tipica, forni e scene di ogni genere che sfuggono: perché c’era tanto; e perché la popolazione è veramente esigua per credere che sia riuscita a organizzare una tale impresa (però lo ha fatto). E se non c’erano tutti, come detto (circa duecento residenti ma affiatati), poco ci è mancato. Per il resto hanno sopperito emigrati e amici dei centri limitrofi. Il tutto è culminato nei pressi della chiesa di San Filippo e Giacomo, dove una giovanissima coppia, con tanto di figlioletto neonato (che, nonostante il freddo della serata, non ha manifestato nessuna lagnanza per tutta la manifestazione), ha rappresentato la sacra famiglia, cui nel finale hanno fatto visita i tre magi. Non si può capire bene di cosa si stia parlando se non lo si è visto. Bravi. Peccato che tutto questo lavoro, e l’addobbo di un intero paese, siano stati solo per un giorno.

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