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Catanzaro, sei studenti del Fermi a Parigi per un'importante esperienza di formazione

«Un’opportunità unica, di quelle che non capitano sempre, quella di partecipare ad uno scambio organizzato dalla nostra scuola nell’ambito del progetto Erasmus Plus, un’importante occasione di crescita formativa e umana». L’opportunità unica quanto edificante è quella vissuta da Alessia Sgarlato, Chiara Scarfone, Chiara Mungo, Sara Laugelli, Elisa Marturano e Ilaria Valenti. Si tratta di sei ragazze frequentanti le classi IV A e IV E del Liceo Linguistico “E. Fermi” di Catanzaro Lido. La loro esperienza di formazione (Progetto Erasmus Plus) ha preso il volo il 26 febbraio 2023, con destinazione il “Lycèe Felix Faure” di Beauvais, una città ad un’ora dalla capitale francese, Parigi. Un coacervo di emozioni (dalla gioia allo spaesamento), di impressioni non sempre commisurabili, ha costellato le attività intraprese da queste allieve, magistralmente guidate dai docenti Maria Giacoma Cassarà, James Silipo e Susanna Soluri, coadiuvati dalla responsabile delle mobilità Erasmus dell’IIS Fermi, la professoressa Marinella Prospero, e dalla dirigente Teresa Agosto.

Davvero ricco il keepsake, l’album di ricordi, che Alessia, Chiara, Sara, Chiara, Elisa e Ilaria hanno deciso di condividere con noi. E allora quali sono le loro impressioni su questa esperienza formativa? Hanno parlato di crescita, di accoglienza e integrazione, ma anche di timori e preoccupazioni.

«Gioia, entusiasmo, ma anche ansia e preoccupazione – hanno spiegato- ci hanno accompagnato dal momento in cui siamo salite su quell’aereo, sentimenti subito fugati dall’accoglienza cordiale e calorosa delle famiglie ospitanti che ci hanno accolte nelle loro case con gentilezza e simpatia facendoci superare lo spaesamento iniziale. Altrettanto positiva l’esperienza didattica vissuta al “Liceo Felix Faure”, dove siamo state accolte ed integrate nella normale attività scolastica, seguendo le lezioni in lingua francese, inizialmente con inevitabile difficoltà e poi piano piano in modo sempre più agevole.

A guidarci nell’uso appropriato della lingua francese - hanno sottolineato- abbiamo trovato insegnanti preparati e contenti di accoglierci nelle loro classi. Il nostro punto di riferimento è stato Monsieur Laurent Dalencourt, docente di Italiano e responsabile della mobilità Erasmus, che insieme ai nostri insegnanti (prof.ssa Maria Giacoma Cassarà, prof. James Silipo e prof.ssa Susanna Soluri), ha fatto il possibile per farci vivere questa esperienza nel migliore dei modi. Fondamentale anche il supporto continuo dall’Italia della prof.ssa Marinella Prospero, responsabile delle mobilità Erasmus della nostra scuola».

E poi Parigi. L’incontro diretto con la “città dell’amore”… Un tour nella città.

«Altrettanto importanti le esperienze vissute alla scoperta delle bellezze del posto, sia con le famiglie nel weekend che con la scuola. Abbiamo visitato Parigi, la fantastica capitale francese, la città dei sogni per moltissime di noi. Passeggiare lungo la Senna, vedere la maestosa Tour Eiffel, l’Arc de Triomphe, il museo d’Orsay , gli Champs- Élysées, è stato come far parte di un bellissimo film».

E i momenti difficili? «Dobbiamo ammettere che non sono mancati momenti di difficoltà perché non è stato facile abituarsi alla comunicazione in una lingua straniera per tutto il giorno; ma non abbiamo mollato, perché a cosa servono le esperienze Erasmus se non a questo? A imparare che in ogni parte del mondo le persone vivono in modo magari totalmente diverso da noi, ma la capacità di adattamento costituisce sicuramente un importante momento di crescita, così come la consapevolezza e la tenacia di poter affrontare tutte le difficoltà e superare tutte le paure, anche quella di sbagliare. Siamo soddisfatte – hanno concluso - di tutto ciò che abbiamo fatto in Francia e dei risultati ottenuti, sia a livello linguistico che umano; siamo anche orgogliose di aver ampliato i nostri orizzonti culturali grazie ad esperienze come queste. Le due settimane sono trascorse velocemente, troppo velocemente, e al rientro abbiamo portato con noi sicuramente un bagaglio linguistico molto più ricco e consapevole, ma anche tantissime, intense emozioni, accompagnate da quell’amarezza che si prova nel lasciare un luogo in cui si è stati bene».

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