Proseguono le attività di sensibilizzazione dell’associazione “Calabria Cardioprotetta”. Nei giorni scorsi, il cardiologo Giuseppe Colangelo, presidente onorario del sodalizio, insieme al presidente Alfredo Latelli e ad alcuni volontari dell’associazione ha tenuto un momento di formazione e sensibilizzazione al Palazzetto “Alfio Sparti” con la Royal Team e il suo presidente Nicola Mazzocca. Nell’incontro con la squadra di calcio a 5 femminile, che ha scelto di avere sulle magliette ufficiali della squadra il simbolo di “Calabria Cardioprotetta”, oltre ad illustrare le attività e iniziative messe in campo negli ultimi due anni, si è ribadita la centralità della cultura della cardioprotezione in ambito sportivo, attraverso la promozione di momenti formativi e comportamenti che consentano di intervenire nel più breve tempo possibile in caso di arresto cardiaco improvviso.
Subito dopo la squadra di “Calabria Cardioprotetta” si è spostata nella sede lametina di Mediolanum dove, grazie al responsabile locale Davide Gambarotti, si è tenuto un seminario con lezione videoinformativa sulla prevenzione e la cultura del primo soccorso. In serata, i componenti dell’associazione hanno partecipato, nei saloni dell’oratorio della parrocchia della Cattedrale, alla consegna del defibrillatore acquistato grazie alla raccolta fondi promossa dall’associazione sportivo-dilettantistica “Santi Pietro e Paolo”, insieme al parroco don Carlo Cittadino e al responsabile della realtà sportiva Domenico De Fazio. Nell’incontro con alcuni membri della comunità parrocchiale, in vista di un corso di formazione per operatori Bls-d nei prossimi mesi, si è affermata l’importanza della cardioprotezione come “espressione di quella cultura del dono e del servizio che è manifestazione concreta del “prendersi cura” dell’altro a cui siamo chiamati come uomini, come credenti, come cittadini”.
“La cronaca quotidiana di casi di morte per arresto cardiocircolatorio, anche in persone molto giovani – ha dichiarato il dottore Giuseppe Colangelo – dato che certamente suscita apprensione e umano dispiacere, non deve paralizzarci ma spingerci ancora di più a promuovere la cultura della cardioprotezione e del primo soccorso attraverso il modello che, come “Calabria Cardioprotetta”, abbiamo creato e stiamo esportando in altre realtà: coinvolgere associazioni, istituzioni, realtà ecclesiali e singoli cittadini per un progetto comune in cui ciascuno è protagonista e responsabile”.
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