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Catanzaro, un'altra notte per sognare

Come una finale. Per il valore dell'avversario. Per gli investimenti e il blasone dei club. Per la forza dei giocatori e le competenze degli allenatori. Catanzaro-Padova è una semifinale playoff solo per uno sbaglio. Si affronta chi ha più qualità, è più completo e solido delle migliori quattro. «È una prima finale fra squadre attrezzatissime. L'affrontiamo con tanto rispetto, ma anche con esuberanza», ha confermato Vivarini parlando dopo la rifinitura.

Al “Ceravolo”, stasera, il primo atto di un incrocio che si deciderà domenica in Veneto: «I veri valori verranno fuori nel doppio confronto». Ma che le Aquile possono cominciare a mettere dalla propria parte fin da oggi: «Io firmerei per ripetere le stesse partite fatte con il Monopoli». Sfruttando l'entusiasmo ritrovato, la carica accumulata nel corso dell'ultima settimana, la consapevolezza mista a maturità dimostrate nei quarti di finale.

Sfruttando pure la spinta di un popolo che si è finalmente innamorato del gruppo guidato da Vivarini. Non è mai troppo tardi, soprattutto se per superare un avversario del genere - sulla carta probabilmente quello più accredito alla promozione - serve di tutto e di più. Il «pensiero unico» richiamato dall'allenatore sabato sera. «Il nostro tifo ci darà forza, valore e la spinta utile a spezzare l'equilibrio fra avversarie di pari livello», ha aggiunto il tecnico abruzzese, che ha ricordato i due scontri nella semifinale di Coppa Italia Serie C, vinta dal Padova con un blitz in Calabria dopo il pari dell'andata: «Di quella sconfitta ne abbiamo fatto tesoro. È vero che hanno cambiato allenatore, ma i giocatori sono rimasti quelli e noi abbiamo studiato alcuni accorgimenti per metterli in difficoltà», ha sottolineato l'allenatore. «In tutte e 2 le gare serviranno grande applicazione e grande attenzione sia sul piano tattico che dell'atteggiamento, aspetti con i quali speriamo di riuscire a fare valere le nostre qualità. Sia loro che noi abbiamo organici di assoluto rispetto, grosse individualità tecniche e di gamba».

Rispetto a gennaio Oddo ha preso il posto di Pavanel in panchina, ma anche dietro la scrivania c'è stato un ribaltone, con il cosentino Mirabelli invece di Sogliano. Per un po' la scossa è sembrata funzionare, perché i veneti hanno soffiato la Coppa al Sudtirol rimontando anche in campionato. Solo che non sono riusciti a ricucire gli ultimi due punti di distacco, all'ultima giornata hanno piegato la testa e si sono dovuti accontentare dei playoff. Dove hanno faticato ai quarti, forse in modo inaspettato. Vivarini, per questo motivo, si aspetta una reazione adeguata allo spessore (alto) dell'organico veneto: «Non è assolutamente vero che il Catanzaro arriva meglio di loro a questa semifinale. Anzi, quando si perde si vanno a ricercare tutte le cose che non sono andate per il verso giusto, ci si concentra di più. In una semifinale non c'è chi arriva meglio o peggio, quindi noi dobbiamo solo pensare a essere bravi a imporre il nostro gioco come squadra. Il Padova è forte, il Catanzaro lo è altrettanto e mi auguro venga fuori una partita bellissima».

Oddo sa che sarà tosta anche per loro: «Abbiamo studiato perfettamente il Catanzaro, dobbiamo saperci adattare a ciò che propone la partita». Il campione del mondo 2006 ha lavorato con Iemmello a Perugia: «Lo conosco bene, se avesse continuità sarebbe da Serie A, nemmeno da B». Il ko incassato dalla Juve U23 nel turno precedente è andato di traverso all'ambiente veneto: «In tanti hanno visto il ko come un passo indietro, ma io ho notato parecchi lati positivi. Molte volte il risultato appanna gli sguardi e crea un alone di negatività che non va bene». Gara trasmessa sul satellite (Sky Sport 252) e in streaming su Eleven Sport e Rai Play.

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