“Sono rammaricato e mortificato per quanto successo. Il commissario Franzè non esiste, così come prima non è esistito il commissario Scanga”. Le parole di Daniele Rossi, presidente “illegittimo” della Camera di commercio trasudano rabbia. Davanti ai cronisti il responsabile dell'ente non riesce a mascherare una certa inquietudine per la scelta del governatore Mario Oliverio di nominare come nuovo commissario Giuseppe Franzè.
“Quanto successo – attacca ancora Rossi – non è giusto. La parola Catanzaro non viene nemmeno menzionata nel decreto firmato dal presidente della Regione”. Da qui la decisione dell'ex (?) presidente della Camera di commercio di ricorrere al Tar contro l'atto arrivato dalla Cittadella e di consegnare tutto un dossier alla Procura di Catanzaro e all'Anticorruzione sulla spinosa vicenda. “Si pretende – aggiunge il segretario generale dell'ente Maurizio Ferrara – di “commissariare” un Consiglio camerale legittimamente insediato e operativo in attesa di poterlo ricostituire. Di fatto la nomina di Franzè, in sostituzione di Scanga, non produce alcun effetto sull'attività dell'ente, essendo le funzioni dello stesso Scanga terminate con l'atto di insediamento del Consiglio camerale, convocato a suo tempo dalla stessa Regione e regolarmente operativo dal 28 novembre dello scorso anno”.
Dal canto suo Franzè non intende cedere e già si sente nel pieno delle funzioni. Il braccio di ferro va avanti e non sono da escludere ulteriori colpi a sorpresa.
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