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Vibo, il sit-in dei praticanti avvocati senza esame e con paghe da fame - VIDEO

Così come accaduto in molte altre città italiane, anche i giovani praticanti avvocati vibonesi hanno voluto manifestare il proprio dissenso rispetto ad una data d'esame ancora sconosciuta. La testimonianza di Viola Bono

Si è tenuto stamattina anche a Vibo nei pressi del Tribunale di corso Umberto, il sit-in di protesta organizzato dal Comitato per la tutela dei Praticanti Avvocati di Vibo Valentia. Un'iniziativa scaturita dall'incertezza relativa allo svolgimento degli esami per il concorso di avvocato ed in generale per la situazione di precarietà dei giovani laureati in giurisprudenza.  

Il sit-in si è svolto contemporaneamente anche in altre città italiane come Roma, Napoli, Milano, Bologna, Torino e Palermo su input di una serie di associazioni e comitati rappresentativi dei tirocinanti forensi.
In una nota stampa congiunta, l’Aipavv – Associazione Italiana Praticanti Avvocati, il Co.gi.ta – Coordinamento giovani giuristi italiani, il Comitato per l’esame d’avvocato, Link – Coordinamento Universitario, Apra Palermo e Copavv – Comitato per la tutela dei Praticanti Avvocati di Vibo Valentia sottolineano: "Martedì 15 dicembre 2020 avremmo dovuto sederci all’esame. Avremmo dovuto iniziare a costruire il nostro futuro professionale. Quel futuro non ci sarà e non sappiamo per quanto ancora. No all’alternativa tra lavoro e salute. Lavoro e salute non sono in contrasto. Neppure oggi".

La pandemia, infatti, non ha impedito l’abilitazione dei giovani professionisti, tranne quella dei praticanti avvocati. Mentre gli altri ministri del Governo, alla luce dell’emergenza sanitaria, riorganizzavano le modalità d’esame, anche per professioni i cui scritti sono altrettanto importanti, il ministro Bonafede ha ritenuto le prove scritte un dogma intoccabile per i praticanti avvocati, attuando una sicura e plateale discriminazione. Perché? Semplice: il ministro ha preferito assumere una linea compiacente verso quella cerchia più ristretta e corporativa dell’avvocatura la quale, lontana dagli effetti dell’emergenza che sta invece falcidiando la maggior parte dei liberi professionisti, teme però la concorrenza dei colleghi più giovani.

E così, un gruppo di giovani praticanti, guidato da Francesco Pacilè, si è riunito stamane per manifestare il proprio sentimento di disagio.

Viola Bono, praticante avvocato: "Abbiamo subito una forte discriminazione, prima con un ritardo sulla correzione delle prove scritte e poi con la scelta di sospendere l'esame e di rinviarlo a data da destinarsi, tra l'altro tutto ciò è avvenuto tramite un post su facebook del ministro. Vogliamo dire no a questa situazione ed abbiamo provato a metterci in contatto con i politici, soprattutto quelli impegnati a Roma, ma non abbiamo ricevuto risposta. Ad oggi sappiamo che giorno 18 dovremmo sapere le nuove date, ma non sappiamo come. Il rischio è quello di dover aspettare ancora".

Gli altri componenti del Comitato sono: Federico Arcuri, Federica Naccari, Alessandro Paolillo.

 

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