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Introcaso: "Cosche 'ndrangheta pronte a sfruttare pandemia coronavirus"

Le formazioni criminali 'ndranghetiste non sono estranee al contesto generale pandemico e alle conseguenze economiche che la pandemia determina». Scrive il presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Domenico Introcaso durante inaugurazione anno giudiziario. «E' opportuno ribadire - aggiunge Introcaso - che le associazioni di 'ndrangheta sono imprese economiche indirizzate al profitto con mezzi illeciti. La paralisi economico-finanziaria, l’impossibilità di esercitare l’attività toglie la capacità di guadagno e la possibilità di continuare l’attività alle piccole e medie imprese e costituisce ulteriormente fecondo campo di intervento delle organizzazioni 'ndranghetiste».

«Esse - ricorda il presidente della Corte d’appello di Catanzaro - dispongono di cospicui capitali da impiegare, di pronta disponibilità e di immediata esigibilità: esse agiscono in uno scenario noto e caratterizzato dalla possibilità di inserimento resa facile dalla grave crisi economica. L’effetto perverso è tragicamente duplice. Uno è la surroga nell’impresa dei titolari sani con imprenditori criminali, l’altro, maggiormente paradossale, è la possibilità di acquisire risorse pubbliche da ristoro economico formalmente destinate a imprese bloccate dal lockdown ma sostanzialmente apprese in circuito illecito da soggetti criminali». Introcaso poi osserva: «Esponenti delle forze dell’ordine, della magistratura e della politica, e mi riferisco al procuratore Gratteri e al presidente Morra, hanno paventato siffatto pericolo e ipotizzato una fenomenologia in atto, secondo sensibilità e conoscenze personali e da ruolo. Atteggiamenti non condivisi dalla politica e dalle istituzioni comunitarie, singolarmente orientate - rileva il presidente della Corte d’appello di Catanzaro - a suggerire forme di controllo sull'impiego delle risorse affluite in Italia, obliterando il carattere internazionale dell’intrapresa 'ndranghetistica operante anche nei paesi di questi superficiali e inconsapevoli rappresentanti delle istituzioni straniere. Pare utile ricordare che è di giudiziale accertamento l’esistenza di oltre 50 locali di 'ndrangheta in Germania, intervenuti, negli appalti per esempio della stazione ferroviaria di Stoccarda poi sospesi in ragione dell’incidenza della criminalità organizzata, evento che ha spinto il legislatore tedesco a introdurre il reato di associazione criminale e la possibilità di sequestro e confisca di beni provenienti da delitto. Fenomeno di delocalizzazione non nuovo all’Italia se è vero - conclude Introcaso - che il ministero dell’Interno ha da ultimo censito 30 "locali" in Lombardia, 16 in Piemonte, 7 in Liguria e 2 in Valle Aosta».

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