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'Ndrangheta, armi e droga sepolte in campagna. I video e le intercettazioni

Il direttore del servizio centrale operativo della Polizia di Stato, Fausto Lamparello, ha invece sottolineato come dall’attività investigativa sia emerso che «le cosche non si fanno più la guerra ma hanno attivato un patto federativo grazie al quale si dividono gli affari».
Dopo il questore di Crotone, Massimo Gambino, che ha elogiato il lavoro svolto dai suoi uomini, è stato il dirigente della squadra mobile di Crotone, Nicola Lelario, ad entrare nei particolari: «In questa indagine abbiamo visto svolgersi un romanzo criminale con gli intrecci che svelano alleanze, strategie e mosse delle cosche di Isola Capo Rizzuto e di San Leonardo di Cutro che si spartivano soprattutto il mercato della droga».
Lelario ha anche rivelato alcuni particolari del monitoraggio svolto sui Mannolo, «che avevano a disposizione quantità infinite di stupefacenti da distribuire in tutta la provincia di Crotone», anche grazie a telecamere poste sulla collina che domina San Leonardo di Cutro grazie alle quali sono stati viste nascondere armi poi puntualmente trovate dalla polizia.

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