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'Ndrangheta, Gratteri: "Abbiamo chiuso il cerchio sulla famiglia Gallace di Guardavalle"

«L'indagine di oggi è la chiusura del cerchio rispetto all'operazione che abbiamo fatto la settimana scorsa. In questa organizzazione che fa sempre capo alla famiglia Gallace di Guardavalle, in provincia di Catanzaro, vediamo sempre più coinvolti i minorenni nella vendita al dettaglio di droga, in particolare di cocaina. Ciò denota la spregiudicatezza delle organizzazioni criminali che pur di guadagnare sono in grado di coinvolgere dei giovani». Lo ha detto il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri nel presentare l'operazione "The keys" che ha consentito di individuare una presunta organizzazione dedita secondo le accuse allo spaccio di cocaina e marijuana nell’area del basso Ionio-catanzarese, con proiezioni nella limitrofa provincia di Reggio Calabria.

«Un clan, quello dei Gallace - ha detto il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri - capace di importare droga dal Sud America e poi distribuirla al dettaglio sul territorio di Soverato».

"Gran lavoro dei carabinieri"

«Un’indagine importante, fatta molto bene, curata nei dettagli dai carabinieri della compagnia di Soverato con le sue stazioni. E’ una caratteristica della Compagnia di Soverato, ovviamente su input del Comando provinciale dei carabinieri, quella di coinvolgere sul piano operativo le stazioni dei carabinieri». Lo ha rilevato il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, illustrando in conferenza stampa l’esito dell’operazione «Keys» che ha portato all’esecuzione di 21 misure cautelari nei confronti di esponenti di un’organizzazione criminale dedita al narcotraffio e legata alla cosca di 'ndrangheta dei Gallace. «Questo - ha specificato Gratteri - è un laboratorio voluto dal Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro, un laboratorio che va mutuato e applicato in altri contesti territoriali, sicuramente nel Distretto giudiziario di Catanzaro. E’ un modello vincente quello di coinvolgere tutte le articolazioni dei carabinieri, dalle stazioni più sperdute al nucleo e al reparto operativo. E’ una cosa che - ha concluso il capo della Dda catanzarese - ho apprezzato da sempre e che i carabinieri di Catanzaro fanno con successo».

Alla conferenza stampa hanno partecipato il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, il comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, Antonio Montanaro, e quello della Compagnia di Soverato, Luigi Cipriano.

E la capacità di sfuggire ai controlli era una prerogativa anche delle «giovani leve», soprattutto minorenni, di cui l’organizzazione si serviva per spacciare le sostanza stupefatti sul mercato del Soveratese ma anche nella città di Catanzaro e del Reggino: è questo coinvolgimento di ragazzini come pusher e come corrieri della droga l’aspetto più significativo (anche se non inedito) che emerge dalle investigazioni, come ha evidenziato anche il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Capomolla.

«Essere di Guardavalle e lavorare per la cosca Gallace dava a questi minorenni molta forza, al punto da arrivare a estendere lo spaccio non solo nel Soveratese ma anche in provincia di Reggio Calabria», ha poi spiegato il comandante della Compagnia dei carabinieri di Soverato, capitano Luigi Cipriani. Cipriani ha poi illustrato l’esito delle perquisizioni, che hanno portato al rinvenimento di 7mila euro in contanti, di numerose dosi di cocaina e alla scoperta di una botola in un appartamento ancora in costruzione utilizzato dall’organizzazione criminale per nascondere lo stupefacente.

 

 

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