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Catanzaro, l'allarme di Gratteri: sui baby spacciatori intervengano altre istituzioni

Baby spacciatori usati dal clan criminale per vendere la droga. È uno degli spaccati dell'inchiesta che ha portato all'esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 30 persone indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, detenzione di stupefacente ai fini di spaccio, estorsione. E su questo punto il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, lancia l'allarme: «Noi abbiamo fatto la nostra parte ma altri organismi che si occupano del sociale quindi politico/amministrativi, dovrebbero interessarsi del degrado di questi pezzi della città dove c'è degrado, emarginazione, violenze, dove si consente l'uso, lo sfruttamento, la strumentalizzazione di minori nel periodo più delicato della loro vita, la formazione dei futuri uomini e donne solo per soldi. È un allarme che lancio. È una cosa che ci dispiace e che ci turba molto quella di usare i bambini per arricchirsi».

Legalizzazione della droga

Gratteri è anche ritornato sull'argomento della legalizzazione della droga dopo che nei giorni scorsi, durante una trasmissione televisiva, un parlamentare aveva proposto di legalizzare la cocaina. «Era una comunità criminale agguerrita - ha evidenziato il procuratore - che vendeva tutta la tipologia di stupefacenti, a proposito di quelli che vogliono legalizzare marijuana e hascisc dicendo che in questo modo la polizia giudiziaria potrebbe essere utilizzata per altro. Ma se in quella piazza si vende cocaina ed eroina... A meno che non si voglia legalizzare anche questi stupefacenti allora risolviamo il problema ma saremmo il primo Paese al modo a farlo. Nemmeno in Colombia, Bolivia e Perù la cocaina è legale».

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